Immigrati, erano 35 euro al giorno, Salvini li tagliò a 20, risalgono a 25

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Febbraio 2020 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA
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Immigrati, erano 35 euro al giorno, Salvini li tagliò a 20, risalgono a 25 (foto Ansa)

ROMA – Immigrati, erano 35 euro al giorno quelli che lo Stato versava per pagare l’accoglienza materiale ad ognuno di loro. Trentacinque euro al giorno che non andavano se non in minima parte in tasca all’immigrato, andavano a chi all’immigrato forniva alloggio, vitto, cure mediche. Insomma 35 euro al giorno era quanto si stimava fosse necessario per tenere aperte le strutture dell’accoglienza. Fino a che non arrivò Matteo Salvini, fino a che Salvini non arrivò in testa alle classifiche del consenso e alla guida del Ministero degli Interni.

Trentacinque euro al giorno apparivano e appaiono tanti, anzi troppi, a buona parte della pubblica opinione se spesi per lì’accoglienza degli immigrati. Per non poca opinione pubblica la cifra giusta sarebbe zero euro. Salvini politico raccoglie e organizza questo umore. E poi da ministro lo convoglia verso un obiettivo concreto: il dimezzamento o quasi della cifra: i 35 euro al giorno con Salvini al Viminale diventano in media 20 (per l’esattezza da 19 a 25 a seconda dei casi).

Con questa mossa Salvini ministro dà soddisfazione al rifiuto popolare di finanziare l’accoglienza e assesta un colpo all’intero sistema dell’accoglienza. Sistema che di suo non era tutto limpido: non pochi i casi di imprenditori dell’accoglienza, ovviamente italiani, che con i fondi pubblici fornivano pessimi servizi e realizzavano alti guadagni, insomma non mancavano alle cronache e alla indagini i casi di sfruttamento degli immigrati e del denaro pubblico. Un po’ come avviene con i Fondi europei, intorno all’accoglienza era fiorita sia una imprenditoria che stava alle regole sia una imprenditoria di rapina.

Dimezzando i soldi pubblico a disposizione dell’accoglienza, Salvini toglieva ossigeno ad entrambe, soffocava entrambe. I 20 euro al giorno invece che 35 toglievano aria alla speculazione sull’accoglienza ma toglievano aria alla stessa possibilità di accoglienza. Con 20 euro al giorno per immigrato i Bandi pubblici per ottenere incarichi di accoglienza hanno cominciato ad andare, come si dice, deserti. Nessuno o quasi rispondeva ai Bandi calcolando che con 20 euro al giorno vitto, alloggio, cure e altro necessario non ce la si fa.

Salvini non era più ministro ma permaneva l’eredità dei 20 euro al giorno. Il nuovo ministro, Lamorgese, ha quindi aumentato di circa il 10 per cento la dotazione giornaliera per immigrato: da 20 euro a 22/23 euro e fino a 25 in alcuni casi. Questo per consentire che, di fatto, l’accoglienza immigrati non sia fatta di strutture chiuse.

Salvini ha commentato: “Dopo i porti hanno riaperto i portafogli”. Il governo sostiene che con la quota Salvini l’accoglienza era quasi materialmente impossibile, il che è tanto vicino al vero quanto vicino all’obiettivo finale salviniano e della massiccia opinione anti immigrati.

Parallelamente alla questione dei fondi non a caso si riaccende anche altra questione legata ai provvedimenti di quando Salvini era ministro. Decreti sicurezza e chiusura frontiere hanno determinato l’uscita dalla condizione di immigrati regolari di un numero consistente di stranieri che in Italia erano da tempo e da tempo vi lavoravano. Permessi soggiorno scaduti e non rinnovati, impossibilità legale di regolarizzare posizione, espulsione dalle strutture di accoglienza hanno prodotto alcune centinaia di migliaia di clandestini. Clandestini diventati tali dopo esser stati immigrati regolari. Il governo ha detto con ministro Lamorgese che sta studiando una qualche forma per loro di possibile regolarizzazione. Salvini e il fronte anti immigrati già grida alla sanatoria-invasione.