Siria, 14.400 morti dal 2011. Il Senato dice sì alla missione italiana

Pubblicato il 14 Giugno 2012 - 13:04 OLTRE 6 MESI FA

DAMASCO – Oltre 14.400 persone sono rimaste uccise nella guerra civile in Siria negli ultimi 15 mesi. Il bilancio arriva dall’Osservatorio siriano sui diritti umani, secondo cui solo nell’ultimo mese ci sarebbero stati 2.302 morti.

Dal marzo 2011, quando sono iniziate le rivolte contro Bashar al Assad, “sono state uccise 14.476 persone, tra queste 10.117 civili, 3.552 soldati e 807 disertori”, ha detto il direttore dell’ong con sede a Londra, Rami Abdel Rahman. Dallo scorso 13 maggio le vittime sono 2.302: tra loro 1.455 erano civili, 96 dissidenti e 751 soldati.

In Italia il Senato ha dato il via libera al decreto legge sulla partecipazione alla missione degli osservatori Onu in Siria. Il provvedimento passa ora alla Camera. La copertura, pari a circa 800mila euro, viene reperita dai fondi 2012 per la missione in Libano.

La missione ha il compito di monitorare la piena attuazione della proposta dell’inviato speciale delle Nazioni Unite e della Lega Araba, Annan, accettata dal governo siriano, che prevede che si ponga subito fine a qualsiasi violenza e violazione dei diritti umani, sia assicurato l’accesso degli aiuti umanitari in tutte le zone interessate dal conflitto, sia agevolata la transizione politica a guida siriana verso un sistema politico democratico e pluralista, che rispetti l’uguaglianza dei cittadini a prescindere da affiliazioni politiche, etiche e religiose.

La Risoluzione dell’Onu prevede un iniziale dislocamento di 300 osservatori militari non armati e di un’adeguata componente civile, per un periodo iniziale di 90 giorni. La spesa definita dal decreto è di 826.686 euro e per quanto riguarda la copertura finanziaria si prevede una riduzione dell’autorizzazione di spesa ai decreti legge che hanno finanziato la missione italiana in Libano.

Intanto un convoglio di osservatori delle Nazioni Unite è arrivato nella città siriana di Haffe, secondo gli attivisti bombardata per otto giorni. Lunedì 11 giugno l’inviato della Lega Araba e dell’Onu Kofi Annan si era detto preoccupato per gli abitanti intrappolati nella città.

La Francia ha chiesto che venga applicato il capitolo 7° della Carta delle Nazioni Unite che prevede l’intervento armato, principio già applicato nel caso della Libia.

Per Amnesty International, il regime siriano è colpevole di “crimini contro l’umanità” ai danni delle comunità sospettate di sostenere gli insorti. L’ong sostiene di avere delle “prove” recenti che soldati dell’esercito siriano hanno strappato alle loro case e ucciso diversi civili siriani, tra cui bambini.