La Lega dà la linea al governo, “Berlusconi al Quirinale e più poteri a Veneto, Lombardia e Piemonte”

Pubblicato il 4 Aprile 2010 - 11:33 OLTRE 6 MESI FA

Federalismo fiscale e una nuova forma di governo ispirata al semi-presidenzialismo francese. Sono i due binari per le riforme indicati da Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa, in un’intervista al Sole 24 Ore in cui afferma di pensare al 2013 con “Silvio Berlusconi eletto al Quirinale”.

Con il Cavaliere al Colle, il ministro immagina un “primo ministro leghista o amico della Lega, in ordine Tremonti, Maroni o Letta o, in caso di coabitazione, Chiamparino”. Bossi, invece, deve continuare ad essere un “capopopolo”, perché a Palazzo Chigi “resterebbe imbrigliato” in un ruolo non suo.

Il primo tema indicato da Calderoli per il percorso di riforme è quello del federalismo, con le “competenze ulteriori da attribuire alle regioni”. Il ministro del Carroccio cita Lombardia, Veneto e Piemonte fra le regioni che hanno già chiesto poteri più ampi in tema di istruzione. Per quanto riguarda l’autonomia impositiva per regioni ed enti locali, Calderoli pensa a “prendere tutto ciò che c’é dalla Tarsu in su” e sostituirlo con “un unico tributo comunale collegato ai servizi”.

Il ministro è “attirato” dal modello tedesco della “tassazione forfettaria che fa pagare a tutti un tot”, ad esempio tassazioni come “la cedolare secca del 20% sugli affitti, che facciano da stimolo all’emersione”. In tema di giustizia il ministro parla di due disegni di legge in programma, “uno su forma di stato e di governo, l’altro sulla giustizia” ma, afferma, potrebbe anche essere uno solo: “La giustizia affrontata a livello costituzionale non riguarda né le intercettazioni, né il processo breve e dunque ci sarebbero meno motivi di scontro con l’opposizione”.

L’eventualità della separazione delle carriere in magistratura rende per Calderoli necessaria anche la separazione del Csm, “ma non si venga a dire che facendolo si crea un vulnus per la democrazia”. Sulla forma di governo l’esponente della Lega ribadisce l’interesse per il modello del semi-presidenzialismo d’Oltralpe. Sì al dialogo con l’opposizione, ma prima è il caso “di far sbollire il clima”, “Il Pd – conclude – ha una classe politica espressa del territorio che è molto più forte di quella espressa dal palazzo e con loro sarebbe più facile dialogare. Ma ora c’é Bersani e dialoghiamo con lui”.