Lega Nord, il Carroccio-bancomat. L’accusa: “Soldi anche a Calderoli”

Pubblicato il 6 Aprile 2012 - 00:01 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 5 APR – Piu' che una cassaforte, riempita con i soldi dei rimborsi elettorali, il forziere della Lega e' diventato un bancomat, una sorta d'acquasantiera in cui in molti hanno messo le mani. E se l'ex tesoriere Francesco Belsito e' il 'dispensatore', la Bossi family e' sicuramente la prima ma non certo l'unica destinataria dei denari. Perche' la fotografia che emerge dalle carte dell'inchiesta che sta disintegrando il Carroccio racconta di un partito in cui diversi dirigenti, anche di altissimo livello, hanno preso soldi che non dovevano. E li hanno dati a illustri sconosciuti, per evitare che questi denunciassero beghe interne della Lega rovinandone cosi' l'immagine.

I ''costi della famiglia'', come li chiama la segretaria amministrativa del partito Nadia Degrada, sono dunque solo una parte. Rilevante, ma pur sempre una parte. ''Vi sono cospicue elargizioni – scrivono i carabinieri del Noe nelle 221 pagine d'informativa – a favore di Rosy Mauro e del Sinpa (il sindacato padano, ndr), ma anche del senatore Calderoli''. L'uomo che oggi il consiglio federale della Lega ha nominato nel triunvirato che dovrà condurre il partito fuori dalla bufera.

Dei soldi a lui destinati parlano Belsito e la Degrada, in una lunga telefonata in cui sono elencati tutti i 'benefit' elargiti. ''Quelli di Cald (Calderoli) come faccio? come li giustifico quelli?'' chiede Belsito a Nadia, che sembra però preoccuparsi. ''Quello non e' un grosso problema''. Alla ''nera'', come Belsito chiama la vicepresidente del Senato Rosy Mauro, vanno invece ''29.142 franchi (euro?)'' dice l'ex tesoriere. E aggiunge: ''per non parlare delle altre somme che le do' mensilmente'' e i 200/300mila euro ''ogni anno per il Sinpa''. Una montagna di soldi, tanto che la segretaria commenta ironica: ''Voglio vedere gli estratti conto del sindacato padano, cosa succede''. ''Gli viene un infarto'' risponde Belsito. ''Ah beh per forza, non sono usati per il sindacato, quindi''.

Poi ci sono i soldi per gli altri. Le ''rilevanti somme di denaro'' utilizzate 'per sostenere esigenze personali e familiari, estranee alle finalità ed alla funzionalita' del partito'' sono finite, secondo quanto scritto nelle carte, ad almeno altri due membri del partito: il senatore Piergiorgio Stiffoni e il segretario regionale ligure Francesco Bruzzone. Del primo parla la solita Nadia. Quando Belsito, in difficolta' per trovare il modo di spiegare l'investimento in Tanziana a Castelli e agli altri leghisti che cominciano a sentire puzza di bruciato, chiede se puo' rivolgersi a Stiffoni, la segretaria risponde cosi': ''Ma cosa vuoi che ti dia una mano che quello s'era preso 50mila euro dal gruppo, girandoli sul suo conto, per far vedere, per favore…non capisce un c. di amministrazione''.

Bruzzone, invece, si sarebbe messo in tasca 50mila euro per aver 'aiutato' Belsito a farlo entrare nel Cda di Fincantieri. Ne parla lo stesso Belsito in una telefonata con il deputato leghista Giacomo Chiappori. ''Dopo che l'hai aiutato, che gli hai fatto vincere il congresso che non l'avrebbe mai vinto e biribì e biribò e biribò – dice Chiappori, parlando di Bruzzone – questo bastardo si chiama fuori, 'chi lo conosce Belsito', perché ti dico io che l'ha detto, ti dico io che l'ha detto".

''Pero' – risponde l'ex tesoriere della Lega – 50mila euro che si e' preso per Fincantieri se l'e' dimenticato questo!….la nomina del Cda eh!''.

Poi ci sono i soldi per evitare ''danni d'immagine alla Lega'': 300mila euro usciti, anche questi, dalla ''cassaforte del partito''. Utilizzata dunque anche ''per redimere diatribe personali'', scrivono i carabinieri. Sono sempre Belsito e la Dagrada a svelare l'episodio. L'imprenditrice Silvana Quarantotto Corrado, piena di debiti, voleva denunciare la dipendente della Lega Helga Giordano per truffa: una cosa da evitare per non creare problemi al partito. Come fare? ''Operazione giustificata contabilmente con la redazione di un compromesso tra la Lega e la Corrado per l'acquisto simulato del capannone di proprietà della stessa Corrado''. Ma non e' finita: secondo i carabinieri infatti, la donna era tornata alla carica: ''e vi sono in atto trattative per ulteriori 'concessioni'.'' Ancora una volta, dal bancomat del Carroccio.