ROMA – Con Luigi Di Maio ”siamo di fronte a una leadership non legittimata da nessuno: né dai parlamentari, né dagli attivisti che lavorano sul territorio. Questa iniziativa è stata fatta per un aspetto meramente mediatico”. Così il deputato M5S Tommaso Currò in un’intervista a Repubblica.
Adesso, ”visto che c’è una leadership conclamata, con un segretario in pectore, si prenda atto che le cose sono cambiate e si faccia un percorso diverso. Ci sia una revisione dello statuto, poi un fase partecipata verso un congresso, con organismi dirigenti e di controllo. Un partito lo siamo diventati di fatto, e con la differenza che manca un percorso di legittimazione e manca la democrazia interna”.
Una presa di posizione netta quella di Currò, così motivata:
”Prendo atto di due aspetti centrali: gli attivisti sono totalmente abbandonati e le decisioni di democrazia diretta sono assunte sul blog, con metodi discutibili. E ora ci ritroviamo di fronte a una leadership de facto” che ”è un disattendere i principi dei cinquestelle”, dice Currò. Il dialogo con il Pd sulla legge elettorale è avvenuto ”dall’oggi al domani, senza nessun ragionamento dietro. Cambiare senza condivisione ha creato dei malumori e delle spaccature al nostro interno”, afferma Currò, secondo cui ”il fallimento era già scritto dall’inizio, perché se si voleva partecipare con maggiore concretezza al percorso riformatore bastava lavorare in commissione e in Aula – come succede per le altre commissioni – senza fare questa scenetta mediatica con cui si è voluto riprendere ossigeno dopo la batosta elettorale. Ora si dice che è colpa del fatto che loro preferiscono Berlusconi. Ma ci siamo dimenticati che, da Bersani a Letta fino a Renzi, tutti ci hanno chiesto di dialogare in tutti i campi e noi abbiamo sempre risposto con gli insulti?”.
Di Maio risponde, molto sinteticamente, con un tweet:
“Currò a repubblica.it dice che ormai sono a capo #M5S. Non è così. Finita la legge elettorale scriverò lettera agli attivisti che spiega tutto”.