Monti, riforme-pacchetto: a Bruxelles con l’Ici, poi il nodo pensioni

Pubblicato il 21 Novembre 2011 - 08:51 OLTRE 6 MESI FA

Mario Monti (Foto LaPresse)

ROMA – L’idea è quella di tenere dei vertici alla vigilia dell’approvazione dei pacchetti di riforme più delicati. Vertici in cui parteciperanno i ministri interessati e i leader dei partiti di maggioranza (ovvero tutti tranne la Lega). Dopo il primo no al suo governo (incassato dalla Cgil sulle pensioni), e dopo il via libera del consiglio dei ministri al decreto su Roma Capitale, Mario Monti chiede pazienza a tutti perchè il governo lo guida solo da tre giorni. L’ok intorno a Roma Capitale è comunque il primo atto del nuovo governo guidato da Mario Monti. Anche se resta fermo a 48 il numero di consiglieri dell’Assemblea capitolina, con Gianni Alemanno che premeva per farlo salire a 60.

Un ministro che gli ha parlato al telefono riassume così la reazione del premier ai primi no di partiti e sindacati: “Finché prendono i provvedimenti uno alla volta non troveremo mai un accordo con tutti. Quando invece avremo messo insieme le varie misure, quando saranno accorpate in pacchetti dove le riforme si compensano e i sacrifici sono accompagnati da benefici, allora potranno valutarne e discuterne l’impatto, cercando una convergenza complessiva”.

Tutto ciò per permettere al consiglio dei ministri di adottare misure già preventivamente accettate da Pd, Pdl, Terzo Polo (e forse Idv). Sistema che sarà adottato anche con le parti sociali. Salvo quando la particolare urgenza di un provvedimento costringerà Monti ad agire per decreto e dopo cercare il consenso degli altri attori. Essenziale sarà anche il rapporto che ogni ministro saprà instaurare con i capigruppo delle commissioni parlamentari di sua competenza, un tasto sul quale il presidente consiglio ha battuto.

Intanto Monti prepara quella che i suoi collaboratori chiamano “Operazione credibilità”. È il viaggio in Europa che lo impegnerà da martedì. Prima a Bruxelles per vedere Barroso e Van Rompuy ai quali esporrà il suo programma di riforme per ridare all’Italia quella fiducia che manca da tempo. Quindi giovedì a Strasburgo un vertice a tre con Merkel e Sarkozy. Incontro essenziale per riportare Roma al centro del dibattito europeo. A tutti Monti ribadirà che con la sua cura l’Italia “riuscirà ad uscire dal tunnel della crisi”.

Oggi al consiglio dei ministri ci sarà una prima ricognizione sul da farsi, con Monti che indicherà ai titolari dei singoli dicasteri le priorità su cui lavorare. Dopo le trasferte in Europa, ai primi di dicembre, il premier potrà stabilire un’agenda definitiva del governo. Si parla di più Iva e Ici, di meno Irpef e Irap e di denaro elettronico. Quelle più impegnative (pensioni e mercato del lavoro), dovranno attendere “almeno fino a gennaio”.

Sul ritorno dell’Ici sulla prima casa ormai sembra che i dubbi siano svaniti e si pensa a una super Imu o a una service tax. Inoltre ci sarebbe in cantiere anche un aumento dell’Iva, nonché una riduzione di Irpef e Irap per lavoratori e aziende. Secondo Repubblica tra le misure previste dovrebbe esserci anche “l’abbassamento del tetto dei pagamenti in contanti a 350 euro contro l’evasione. Nel pacchetto potrebbero anche entrare le liberalizzazioni”.