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ROMA – “Al civico 38 spacciano, non serve citofonare, l’hanno già chiuso. Ogni volta che posso dare una mano a mamme e persone che denunciano queste cose, io la do. La sinistra invece continua a non farlo nemmeno in Parlamento”. Così il leader della Lega Matteo Salvini in piazza a Modena, indicando un negozio di una via nelle vicinanze.
E replicando la discussa sortita a Bologna nel difficile quartiere di Pilastro, quando ha suonato – davvero – al citofono di una famiglia tunisina chiedendo se quella casa fosse la centrale dello spaccio.
Ne sono seguite polemiche e contestazioni, in particolare dalla comunità tunisina, dall’ambasciatore e perfino dal Parlamento di Tunisi. Insieme, si intende, ai numerosissimi like che i suoi sostenitori gli hanno accreditato sui social network.
E del resto l’irrituale ispezione – a che titolo? – in diretta Facebook corrisponde a una strategia elettorale di consolidata efficacia. Perché cambiare? Perché sottomettersi alla normale prudenza stabilita dalle leggi, ai vincoli del diritto alla privacy, agli scrupoli della correttezza politica?
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Fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev