Dopo Montecarlo, il Secolo: “faida” tra gli ex An sul patrimonio del partito

Pubblicato il 9 Ottobre 2010 - 01:18 OLTRE 6 MESI FA

Dopo la casa di Montecarlo, è il Secolo d’Italia il nuovo “campo dello scontro” tra gli ex di Alleanza Nazionale. Dalle pagine del giornale che fu dell’Msi, poi di An e oggi è vicino alle posizioni del presidente della Camera Gianfranco Fini, emergono i contorni di una polemica sulla linea assunta sotto la direzione di Flavia Perina.

Una polemica che sfocia però nella più ampia questione della gestione del patrimonio appartenuto ad An. Da un lato gli ex “colonnelli”, oggi vicini a Berlusconi, che frenano sugli ”aiutini” che vengono al giornale da quel patrimonio. Dall’altra i finiani, che con Enzo Raisi rispondono: non si può ”pensare di buttare al vento un simbolo del percorso della destra italiana, per di più mettendo sulla strada qualche decina di famiglie, solo per consumare una vendetta politica”.

Il caso è venuto alla luce nelle parole pronunciate dal coordinatore del Pdl Ignazio La Russa il 6 ottobre giorni fa: ”L’anno scorso il Secolo ha avuto da An qualcosa come 3,6 milioni di euro. Ritengo che un giornale debba vivere non con gli ‘aiutini’ ma camminando sulle proprie gambe, con la pubblicità e la vendita di copie”.

La risposta è arrivata due giorni dopo, nella forma di una lettera aperta, da Raisi, amministratore del giornale: ”Caro Ignazio, hai ragione quando dici che un giornale non deve vivere con gli aiutini, ma lo devi dire a tutta la stampa, compresi i tuoi amici di Libero e il Giornale. L’opinione che io (come altri) mi sono fatto sull’avversione al Secolo tua e dei tuoi amici, è che ti sono sempre piaciuti i bollettini di partito o i giornali scandalistici, mentre hai sempre ritenuto inutili i giornali di idee”.

”Il Secolo? Non l’ho letto”, ha tagliato corto La Russa. Ma una risposta indiretta è arrivata ancora dalle pagine del Secolo, con una lettera del ministro della Difesa indirizzata alla direttrice Perina. La Russa ha imputato al Secolo toni ”fortemente critici e qualche volta al limite della diffamazione” contro gli aennini rimasti nel Pdl. E, nel contestare il contenuto di un articolo, a nome di tutti gli ex “colonnelli” ha rigettato l’accusa di essere stati ”falchi” nello scontro Berlusconi-Fini.

Nel merito della questione “patrimoniale” è entrato però un altro ”colonnello”, Maurizio Gasparri: ”Il Secolo riceve i finanziamenti dallo Stato e con quelli deve campare. Se ritengono che siano necessari altri soldi, li devono chiedere al Comitato dei garanti, che è l’organo competente” a gestire il patrimonio che era di An.

Ma in quel comitato il rapporto tra chi è rimasto nel Pdl e gli esponenti di Fli è di sei a tre. Ed è questa la ragione principale per cui i finiani temono che il Secolo, già sofferente per i tagli all’editoria, possa essere la prima ”vittima” della contesa interna per la spartizione dell’eredità del partito