ROMA, 28 GIU – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una nota diffusa dal Quirinale lancia un messaggio ai partiti: il voto d’ottobre va dimenticato, non se ne parla fino ad aprile 2013. Per ora c’è troppa tensione e non è ora di riforme: il voto per il rinnovo di camera e Senato ci sara’ ”nell’aprile del 2013”, dice Napolitano e parla di ”tensioni che si manifestano anche in rapporto alla prospettiva delle elezioni per il rinnovo – nell’aprile del 2013 – della Camera e del Senato”.
”E’ però preoccupante che nello stesso tempo si vadano acuendo motivi di conflittualità e di polemica politica tra le forze sul cui sostegno poggia l’attuale governo. Con le tensioni che si manifestano anche in rapporto alla prospettiva delle elezioni per il rinnovo – nell’aprile del 2013 – della Camera e del Senato, si intreccia il venir meno dell’intesa realizzatasi poche settimane fa, nella competente Commissione del Senato, su un significativo progetto di revisione dell’ordinamento della Repubblica (seconda parte della Costituzione). E’ quel che ha sancito l’approvazione, ieri sera, da parte dell’Assemblea, con un voto di ristrettissima maggioranza, di un emendamento sulla composizione del Senato, cui seguirà l’esame di altro emendamento o gruppo di emendamenti egualmente estraneo alla larga intesa raggiunta e presentata il 1° giugno dal Presidente della I Commissione, sen. Vizzini”.
”Debbo esprimere il mio convincimento che pur legittime proposte di più radicale revisione costituzionale richiedono una ponderazione e un confronto di certo non immaginabili in questo periodo e clima di fine legislatura. Auspico perciò vivamente- conclude Napolitano – che si giunga ad una conclusione positiva sul già concordato progetto di più circoscritte modifiche costituzionali, e che ad esso si congiunga un accordo, da portare all’approvazione del Parlamento, su quella nuova legge elettorale la cui necessità è stata riconosciuta dal più ampio arco di forze parlamentari da me consultate all’inizio dell’anno”.
Nel pomeriggio la replica del segretario del PdL: Angelino Alfano ha detto di rispettare le ”preoccupazioni” del presidente della Repubblica ma di rivendicare insieme la sovranità del Parlamento a legiferare in materia di riforme costituzionali. A questo riguardo Alfano, in una nota, ribadisce la posizione del PdL: ”Nell’ambito delle riforme costituzionali, qualora il nostro progetto di elezione diretta del Presidente della Repubblica da parte dei cittadini non dovesse avere consenso, saremmo pronti a tornare alla bozza originaria”.
”Ricordo inoltre – ha detto ancora Alfano – che l’elezione diretta del Presidente della Repubblica è materia trattata e studiata da oltre dieci anni e proprio adesso, per una congiuntura temporale favorevole e per un’esigenza di rappresentatività migliore che i cittadini potrebbero esprimere, crediamo si debba almeno percorrere la possibilita’ di realizzarla. Questa nostra proposta rientra, pertanto, nello spirito di un quadro di riforme potenzialmente condivise”. ”E in questo quadro preciso – conclude – che la riforma del sistema elettorale rappresenta un’esigenza di tutti e da tutti fortemente voluta: per queste ragioni, la riforma della legge elettorale si muove libera, nello scacchiere delle riforme, dove non c’e’ spazio per logiche strumentali che noi disconosciamo, ma solo per l’interesse dei cittadini e del Paese”.