Parlamento addio: Letta, Santanchè, Fazio, etc…

Pubblicato il 21 Novembre 2011 - 18:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Con la caduta del governo Berlusconi, si apprestano a lasciare gli scranni di Montecitorio politici nominati con incarichi di governo, ma che non sono stati eletti in nessuna lista elettorale.

Ecco i nomi degli imminenti dimissionari:

Fazio Ferruccio, inizialmente viceministro di Sacconi, è diventato a maggio 2009 titolare dell’apposito dicastero alla Salute. Si è subito distinto adoperato per costituire l’unità di crisi  per limitare i danni dell’ influenza A, finita nell’occhio del ciclone di media e magistratura a causa di un contratto di fornitura di vaccini con l’azienda Novartis, considerato eccessivamente gonfiato.

Garnero Daniela, meglio conosciuta col cognome Santanchè: sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega all’attuazione del programma di Governo da marzo 2010. La candidata premier 2008 del movimento La Destra, supportata da Francesco Storace, è rimasta fuori dal Parlamento per non aver superato il quorum, fallendo l’assalto all’elettorato dei delusi di An per la scelta di Fini di fondersi con Forza Italia nel Pdl. Dopo aver lasciato Storace, ha fondato il Movimento per l’Italia, viatico per l’ingresso in pompa magna nel Popolo delle libertà, tra le braccia di quel Berlusconi che aveva condannato pochi mesi prima con l’ormai famosa ”Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali. Il voto a Silvio Berlusconi è il voto più inutile che le donne possano dare. Lui è ossessionato da me, ma tanto io non gliela do“.

Letta Gianni: il consigliere silenzioso di Berlusconi. L’ambasciatore del Pdl è il grande escluso del Governo Monti. I rumors dicono che ci sia stata l’opposizione decisa da parte del centrosinistra, come ipotetico contraltare allo stop a Giuliano Amato. Un passo indietro volontario il suo, un gesto di responsabilità che per alcuni fa aumentare le sue quotazioni come prossimo Presidente della Repubblica. Più volte sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è considerato il collegamento d’eccellenza tra il premier dimissionario e il Vaticano, che lo ha insignito del titolo di Gentiluomo di Sua Santità. Nonostante la sua vicinanza all’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, non è mai stato eletto deputato o senatore, né iscritto a Forza Italia o al Popolo delle libertà.

Musumeci Nello: da aprile di quest’anno sottosegretario al welfare. Anche per lui un premio fedeltà: entrato nella squadra di Governo in quota La Destra di Storace, prima fiero oppositore del moderatismo berlusconiano, poi tornato all’ovile. Il sostegno politico extraparlamentare, evidentemente, è valso una poltrona ai post missini.

Pizza Giuseppe: sottosegretario all’istruzione da inizio legislatura. E’ segretario nazionale della Democrazia Cristiana rinata dopo gli scandali degli anni 90. Presentatosi come candidato della lista Dc nel 2008, era stato escluso col suo partito dalla corsa elettorale dal Tar della Campania e poi riammesso dal Consiglio di Stato a soli 15 giorni dalle urne. Potendosi avvalere dei prescritti 30 giorni di campagna elettorale, Pizza ha chiesto il rinvio delle elezioni, trovando però conforto nel riavvicinamento con Berlusconi che lo ha fatto desistere. Anche lui, pur non eletto in alcun ramo del parlamento, si è ritrovato sottosegretario.