Perché il Pd è cupo e tetro e Vendola è positivo come Berlusconi

Pubblicato il 23 Febbraio 2011 - 05:31 OLTRE 6 MESI FA

Non sono allegre le prospettive che si offrono agli elettori di sinistra, secondo Angelo Panebianco sul Corriere della Sera. La scelta è tra uno partito sconquassato e unito solo dall’odio per Berlusconi, guidato dai burattinai della sinistra giornalistica e delle Procure, e il partito un po’ troppo vetero marxista  o neo comunista di Nichi Vendola.

Per gli italiani che vorrebbero un cambiamento rispetto alla attuale palude e un governo stabile di sinistra moderata, termine meno ipocrita della formula “centro sinistra”, le speranze, se si crede in questa analisi, sono davvero legate a un intervento della Madonna di Medjugorie.

Il futuro non sorride nemmeno alla destra, che si muove dietro la sola bandiera di Silvio Berlusconi, ma almeno da quella parte sono contenti.

Infatti, scrive Panebianco, in caso di elezioni anticipate, lo schieramento di destra sarà guidato di nuovo da Berlusconi in alleanza con Umberto Bossi.

A sinistra, invece, “una volta scartata l’ipotesi, inverosimile e perdente, della «santa alleanza» di tutti gli antiberlusconiani, restano poche opzioni”.

Secondo Panebianco, “uno schema che circola […] punta a mettere assieme terzo polo” e sinistra, con Pier Ferdinando Casini premier, alleato al Partito democratico, senza Di Pietro e con il sostegno esterno dei neocomunisti di Nichi Vendola”.

Per Panebianco, Vendola, “proponendo Rosy Bindi come candidato premier e quindi, implicitamente, rinunciando a dar battaglia per le primarie,  sembra avere offerto (tacitamente) la sua disponibilità”.

Questo schema., per funzionare ha bisogno, fra l’altro, che Vendola non ottenga un exploit elettorale”, altrimenti “sarebbe difficile tenerlo fuori dalla porta”.

Qui parte una analisi impietosa quanto ragionevole e di buon senso della crisi della sinistra: “Qualche settimana fa, il vicesegretario del Pd Enrico Letta ha dichiarato che, a suo giudizio, il «fenomeno Vendola» si sgonfierà. Ma è più probabile che Vendola sia destinato a un forte successo nel suo schieramento”.

Qui Panebianco commette un errore perché ragiona da critico politico e non da elettore. Quella che lui considera un elemento negativo della pagella di Vendola, “la sua prova non certo brillante come amministratore della Puglia” è in realtà un suo punto di forza presso i suoi elettori ed è alla base del suo successo e dell’amore dei pugliesi, soprattutto giovani per lui.