Non c’é alcuna trattativa in corso con i finiani. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, nel corso di una cena con parlamentari del Pdl.
Inoltre il premier avrebbe detto di essere “sereno perché ci sono segnali di ripresa, la manovra sarà approvata nei tempi stabiliti e il teatrino della politica che riempie i giornali non interessa gli italiani”.
Non è sfuggita la presenza di Adolfo Urso, vice ministro allo Sviluppo Economico, ma soprattutto finiano doc, a palazzo Grazioli. Un incontro chiesto da tempo visto che il premier ha l’interim del ministero, è la spiegazione dei fedelissimi al faccia a faccia tra Urso e Berlusconi. Ma è difficile non pensare che nel corso del colloquio non si sia parlato di Gianfranco Fini.
Novità però non ce ne sono. L’atteggiamento tenuto dal premier nei confronti del presidente della Camera non cambia: distacco ma nessun attacco, nessuna critica diretta. La strategia è quella sostanzialmente di ‘ignorarlo’, per il momento, pensando solo ad andare avanti con il governo.
Una questione che il premier si riserverà di affrontare ad agosto. Riorganizzazione del Popolo della Libertà, è il ragionamento che fanno gli parlamentari vicini al Cavaliere, vuol dire innanzitutto affrontare il ‘caso’ finiani, ma anche la questione morale ed il ‘caso Verdini’ preoccupano il Cavaliere.
Diverse le ipotesi sul tavolo che saranno affrontate nel corso della pausa estiva, l’unico dato certo è che per il premier le cose con la componente che fa capo al presidente della Camera devono cambiare. Non è possibile, è il ragionamento del Cavaliere, che a settembre si riprenda a lavorare con il controcanto.
Stando a quanto raccontano i dirigenti del Popolo della Libertà, ipotizzare un incontro tra i due a breve è abbastanza impossibile. Un chiarimento ci dovrà comunque essere ma è ipotizzabile che questo ci sia a settembre. Di partito il Cavaliere ne discuterà il 22 luglio con i coordinatori e capigruppo.
Tra gli argomenti, appunto,il ‘caso’ Denis Verdini. Il coordinatore del Pdl tra i nomi al centro dell’inchiesta sulla P3 punta il dito contro ”una regia che giorno dopo giorno ”distilla notizie” relative alla sua persona ”facendo finta che si entri all’improvviso in possesso di nuovi elementi”.
La fiducia al coordinatore del partito è stata più volte espressa da Cavaliere anche se, nel partito, qualcuno non nasconde i “mal di pancia” per la bufera mediatica sollevata dal caso.