Processo breve, Napolitano ‘gela’ Alfano: valutazioni solo se sarà approvato

Pubblicato il 3 Settembre 2010 - 08:46 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro della Giustizia Alfano

Sul processo breve il premier Silvio Berlusconi vuole andare avanti, ma senza trattare. Per sondare il terreno ha spedito il ministro della giustizia Angelino Alfano al Quirinale dal presidente Giorgio Napolitano, giovedì sera. Dopo due ore di incontro dal Colle non è arrivata nessuna conclusione utile per i berluscones.

Non ha messo bocca né sulle modifiche al disegno di legge e non ha nemmeno dato indicazioni, riferiscono Repubblica e il Sole 24 Ore. Il Quirinale quindi si tiene a distanza, mantiene la sua posizione di garante e si riserva di intervenire a momento debito.

Per il Pdl però è importante che il ddl sia reso promulgabile proprio dal Capo dello Stato. Si parla però anche di mettere il progetto di legge su “un binario morto” e andare a votare. La strategia di Berlusconi è duplice e in ogni caso il premier non è disposto a scendere a compromessi, perché in ogni caso non vuole mettere a rischio il governo. “Non mi impicco al processo breve. È una legge giusta di per sé, ma sia chiaro che non è stata scritta per me, perché a me non serve, non ne ho bisogno, io sono innocente. Se devo scendere a una trattativa con Fini, allora dico subito che il processo breve non mi interessa più. Mandatelo pure su un binario morto. Perché io con quello non tratto più di niente, e nessuno è autorizzato per conto mio a trattare con lui, neppure i leghisti”, ha detto secondo quanto scrive Repubblica.

Mandare Alfano al Quirinale dunque è stata una prova non proprio riuscita di vedere che aria tira sulla giustizia e anche se il ministro ha detto di “essere soddisfatto dell’incontro” il gelo con Napolitano resta: il presidente darà valutazioni solo se il testo sarà approvato.