Quelli che: “Beppe trovami un lavoro…”: il Pelosi di Pasolini, i disoccupati..

di Daniela Lauria
Pubblicato il 11 Marzo 2013 - 16:58| Aggiornato il 21 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Beppeeeee trovami un lavoro“, gridava la signora che in ciabatte e vestaglia attendeva l’arrivo di Grillo fuori dall’hotel Parco dei Pini a Roma, dove domenica si sono riuniti i neoparlamentari a cinque stelle. Ma non è certo l’unica, con lei c’è una folta schiera di disoccupati che hanno dato il loro voto di protesta a M5s, considerandolo l’ultima spiaggia di un paese a rischio paralisi. L’identità sociale di quelli che chiedono un lavoro a Beppe Grillo si compone di una varia umanità: ci sono gli squilibrati mentali che lo inseguono nelle piazze in cerca di una manna a cinque stelle ma pure persone in assoluta buona fede. Tra loro ce n’è addirittura uno particolarmente noto, Pino Pelosi, condannato per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini.

Pelosi, come la signora in ciabatte grida, asserragliato assieme ad alcuni colleghi delle cooperative sociali, sul tetto dell’Assessorato all’Ambiente a Roma, in zona Porta Metronia. “Sono anni che lavoro onestamente – dice – voglio continuare ad avere un lavoro e non voglio tornare a delinquere. Chiedo aiuto ai grillini e a Beppe Grillo, gli unici a dimostrare attenzione per il sociale”. La protesta, perché il comune non eroga più i fondi.

E il fenomeno non è nuovo: già nelle fasi finali della campagna elettorale c’era chi attendeva Grillo nelle piazze del suo Tsunami Tour per mendicare un lavoro. Succede quando scendi in piazza in un Paese dilaniato dalla crisi e dal malcostume politico e fai promesse che nemmeno l’esercito della salvezza. Succede quando confondi i confini fra politica, società e territorio e rastrelli il malcontento e la disperazione.

A fotografare l’elettorato grillino è Ilvo Diamanti sul quotidiano la Repubblica. Scrive Diamanti che tra quelli che hanno votato per Grillo, la maggior parte sono disoccupati (42,7%) o operai (40,1%). Segue un 25,8% degli operai che ha votato per Berlusconi e solo un 21,7% per Bersani. Anche tra i lavoratori autonomi, quelli che presumibilmente eludono più spesso il Fisco, la maggior parte hanno votato M5s, ben il 40,2%. Segue un 34,6% berlusconiano e un esiguo 14,8 bersaniano. E’ tra gli impiegati che Grillo perde appeal e col suo 27,1% cede il primato a Bersani che rastrella il 32,4% delle preferenze. In coda Berlusconi col 21,2%. A loro, almeno per ora, un lavoro non serve.

Insomma quelli che chiedono lavoro a Grillo sono quelli che stanno pagando la crisi economica, sociale e culturale. Quelli che…”Beppe dagli una mano” perché parlamentari low cost e reddito di cittadinanza non bastano.