Rai, pubblicità sul blog di Grillo. Così finanzia M5s. Ma è “colpa” di Google…

Rai, pubblicità sul blog di Grillo. Così finanzia M5s. Ma è "colpa" di Google...
Rai, pubblicità sul blog di Grillo. Così finanzia M5s. Ma è “colpa” di Google…

ROMA – Apri il blog di Beppe Grillo e ci trovi la pubblicità, come in ogni sito. Se però quella pubblicità è anche della Rai, l’effetto è spiazzante. Uno perché Rai-Beppe Grillo è oggettivamente una coppia azzardata. Due, soprattutto, perché Rai è servizio pubblico e non può e non deve farsi pubblicità su un organo ufficiale di un partito (o Movimento che sia) politico.

Farsi pubblicità, ed è legittimo, significa pagare, quindi finanziare chi la pubblicità ospita: Rai, quindi, finanzia M5s. Che sarebbe meno legittimo. La situazione, però, è diversa da come sembra a prima vista. Rai, infatti, non ha assolutamente comprato da Grillo-Casaleggio lo spazio pubblicitario. Si è affidata, come fa quasi ogni azienda attiva sul web, al servizio di Google.

Google, però non ha le concessioni dei giornali. Opera in un modo diverso: vende pubblicità “al chilo”. Ovvero semplicemente riempe gli spazi dei siti richiedenti coi prodotti dei suoi clienti. Senza badare tanto per il sottile. Prende e pubblicizza. Così, se Rai si affida a Google per vendere banner, e Grillo si affida a Google per ospitare banner, può succedere e succede che si crei il cortocircuito.

La questione, ovviamente, è diventata un caso politico, con tanto di interrogazione parlamentare di una deputata del Partito democratico e componente della commissione di Vigilanza Rai, Lorenza Bonaccorsi.

 “Rispondendo alla mia interrogazione, la Rai ammette di aver acquistato spazi pubblicitari che sono finiti anche sul blog di Beppe Grillo, l’organo ufficiale di un partito politico. Il servizio pubblico annuncia, solo ora, che eviterà che si ripetano episodi del genere in futuro. Sono stati presi provvedimenti nei confronti di chi ha sbagliato?”

Bonaccorsi, pur spiegando quanto avvenuto,  se l’è presa, per l’incidente, con i dirigenti della Rai:

“A che serve avere 300 dirigenti con un numero totale, compresi i dirigenti giornalisti, di molto superiore anche alla Bbc, se poi si verificano queste leggerezze? La Rai fa sapere che non ha acquistato direttamente spazi sul sito di Grillo, ma che è stato utilizzato il servizio di advertising di Google, attraverso il quale la pubblicità Rai è finita sul sito del Movimento 5 stelle. Solo ora Viale Mazzini dice di aver provveduto a fornire indicazioni correttive a Google per evitare che si ripetano episodi di questo tipo. Possibile che nessuno abbia pensato prima di cautelarsi? La Rai, servizio pubblico pagato con il canone degli italiani, non sa neanche in quali siti finisce la sua pubblicità? Sarebbe opportuno che il servizio pubblico chiarisse chi ha preso la decisione e se siano stati presi provvedimenti”. 

Qualcosa, però, sul blog di Grillo è cambiato. La decisione di ospitare anche pubblicità di enti pubblici è infatti recente. Rai è in compagnia, per esempio, di Cassa depositi e prestiti. Sempre sul blog di Grillo, a proposito di strane coppie, campeggia anche la pubblicità di Monte dei Paschi. 

 

 

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