Renzi dalla D’Urso: “80 euro anche a neo-mamme. Regioni arrabbiate? Gli passerà”

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Ottobre 2014 - 17:56| Aggiornato il 20 Ottobre 2014 OLTRE 6 MESI FA
Renzi dalla D'Urso: "80 euro anche a neo-mamme. Regioni arrabbiate? Gli passerà"

Matteo Renzi ospite di Barbara D’Urso a Domenica Live

ROMA – “Dal 2015 daremo il bonus 80 euro anche alle neo-mamme”. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi ospite nel salotto di Barbara D’Urso a Domenica Live, rievocando dinanzi al pubblico di Canale 5 i bonus bebè di berlusconiana memoria. E liquida così le polemiche con le Regioni: “Sono arrabbiate per i tagli? Gli passerà”.

“Dall’1 gennaio del 2015 daremo gli 80 euro non solo a chi prende meno di 1500 euro al mese ma anche a tutte le mamme, o i papà per i primi tre anni di vita del loro figlio. So cosa significa comprare pannolini, biberon e spendere per l’asilo. È una misura che non risolve un problema ma è un segnale. Si tratta di mezzo miliardo destinato alle famiglie”, ha detto il premier.

Quanto alle Regioni:

“Sono arrabbiati un po’ tutti: regioni, sindacati, magistrati… io non ho la verità in tasca. Noi siamo al governo da 8 mesi e o tutti facciamo uno sforzo insieme restituendo i soldi ai cittadini o non c’è futuro”.

“Siccome per vent’anni hanno sempre pagato le famiglie, ora se iniziamo a fare un po’ di tagli ai ministeri e alle Regioni, non è che si possono lamentare”, ha aggiunto.

E ancora:

“Per la prima volta dopo anni la legge di stabilità del 2015 prevede 18 miliardi di tasse in meno, sono tanti soldi. Abbiamo capito che l’Italia non può continuare di chiedere sempre ai soliti di pagare”.

“Ci sono editoriali, riflessioni commentoni che hanno da ridire ma io penso che vanno lasciati fare, se si divertono, facciano pure…Noi parliamo dei problemi dell’Italia: o si fanno le cose o l’Italia perde l’occasione”.

Quanto al Tfr in busta paga, il premier ha garantito che verrà lasciata

“al cittadino la libertà di fare come gli pare”.

Mentre sul taglio dell’Irap ha precisato:

“C’è da ridurre la tassa sul lavoro. Oggi un imprenditore paga un sacco di soldi, ma molti non arrivano al lavoratore. La spesa dell’imprenditore se la mangia lo Stato. Mettiamolo a dieta. Sono i 6 miliardi per l’Irap”.

Poi, intervenendo sulle polemiche per i danni causati dal maltempo, si è paragonato agli angeli del fango di Genova:

“Bisogna sburocratizzare – ha detto – occorre liberare fondi e opere per fare interventi dal Piemonte alla Sicilia. Ma qui sono 30 anni che fanno convegni… Guardo a quei ragazzi bellissimi che spalano il fango. Ecco – ha concluso – io piano piano cerco di spalare il fango della burocrazia”.

Di qui una domanda sul “caso Burlando”:

”Credo che Burlando abbia sbagliato. Non credo il problema sia dimettersi. Solo una frase infelice. Non perdiamoci in polemiche di troppo. Ora è il momento di tirarsi su le maniche e lavorare per l’Italia. Tra sei mesi si vota e gli italiani sceglieranno il presidente migliore. Nessuno è perfetto. L’importante è che in questo lavoro si metta il cuore poi si può anche sbagliare”.

Il riferimento è alle parole che il Governatore della Liguria ha rivolto giovedì scorso ad un giornalista dell’emittente genovese Primocanale. Infastidito dall’insistenza e dall’incalzare delle domande sulle polemiche dopo l’alluvione verso l’assessore alla Protezione civile Raffaella Paita, Burlando avrebbe “minacciato” il cronista con la frase:

“Farete una brutta fine, perché siete una roba inqualificabile”.

La vicenda, che ha visto poi Burlando scusarsi assicurando di non aver voluto minacciare nessuno, registra comunque la decisione della tv e del giornalista di querelare per minacce il presidente della Regione.

Infine una promessa anche sulle nozze gay:

“La legge alla tedesca è un buon punto di mediazione e consente di avere alle persone dello stesso sesso i diritti civil. I tempi? Subito dopo la riforma elettorale, che è leggermente slittata ma ragionevolmente andrà entro l’anno, la proposta già pronta comincerà l’esame dal Senato”.

Il tema dei diritti civili “è un tema sul quale ci sono tantissime polemiche, in alcuni casi ideologiche, in altre legate alla paura”, sostiene il premier.

“A noi servono regole serie – spiega – c’è chi vorrebbe l’equiparazione pura con il matrimonio, altri che dicono ‘non toccate niente’ arrivando all’aberrazione che uno non possa andare a trovare il compagno in ospedale. Faccio un appello: capisco le opinioni diverse ma su questo tema evitiamo di aprire l’ennesima polemica ideologica. La proposta alla tedesca è un giusto punto di sintesi”.