Nè dentro nè fuori il Governo, resistenza passiva dei partiti a Monti

Pubblicato il 14 Novembre 2011 - 20:47 OLTRE 6 MESI FA

Mario Monti (LaPresse)

ROMA – Né dentro né fuori: i partiti fanno resistenza passiva e per Mario Monti l’impresa di formare un nuovo governo si fa più dura. Dopo un’intera giornata di consultazioni, il presidente del Consiglio incaricato fa il punto della situazione in conferenza stampa e appare subito chiaro che la situazione non è rosa e fiori.

Monti cerca in primo luogo un “convinto appoggio”  dei partiti  “sull’ispirazione, le caratteristiche, i valori e la prospettiva operativa del governo”. Appoggio che evidentemente ancora non c’è ma che  secondo il premier incaricato una condizione “indispensabile”. Che poi nel governo, come ministri, ci siano i segretari dei partiti, da Angelino Alfano a Pier Luigi Bersani, per Monti non è invece altrettanto indispensabile.

Monti, poi, cerca di attenuare l’idea del suo governo come un governo che colpirà duramente gli italiani nel portafogli: “‘Non ho mai detto ‘lacrime e sangue’ ma sacrifici forse sì'”. “Le forze politiche – spiega – hanno percepito la serieta’ della situazione”. Nessun dettaglio, però, sul consenso delle parti su provvedimenti come la patrimoniale, Ici o pensioni. Così come non arrivano dettagli su una possibile manovra aggiuntiva da 25 miliardi che il nuovo governo si accingerebbe a varare non appena entrato in carica: ”Apprezzo la domanda – risponde Monti ai giornalisti –  ma sarebbe prematuro da parte mia rispondere”.

Il premier, poi, nel giorno in cui i mercati non rispondono positivamente alla situazione italiana e lo spread vola a 492 punti, non trascura il tema. Prima spiega: ”Non trascuro L’importanza mercati ma agiamo in democrazia e sono necessari determinati tempi”. Poi precisa:  ”Sono sicuro che i mercati avranno pazienza temperata con la razionalità”.

Solo su di un aspetto Monti apparentemente non transige: di mandati a termine non se ne parla e l’economista ha come obiettivo il 2013, la fine naturale della legislatura. E qui Monti ha un alleato sicuro, la Costituzione,  mandati a tempo determinato non li prevede. ”La predeterminazione della durata – spiega il premier incaricato – toglierebbe credibilità al governo, non accetterei una definizione temporale”.- Almeno i 30 ex An, buona parte dell’Idv e Nichi Vendola (che essendo fuori dal Parlamento la fiducia la può dare solo “moralmente) sono sistemati.

Infine Monti annuncia che si prenderà “qualche ora in più” per ascoltare anche giovani e donne: ‘Ascoltare quello che dicono i giovani e le donne vale anche qualche ora in piu’ nelle consultazioni. Dobbiamo avere il coraggio di orientare questi due ambiti sociali, il coraggio di pensare a loro”. I mercati, razionali o meno, non sembrano però disposti ad aspettare.