Sara Tommasi, l’aereo presidenziale, Sgarbi, le “nipoti di Djukanovic” e Berlusconi: il viaggio a Sofia secondo Dagospia

Pubblicato il 10 Febbraio 2011 - 16:48 OLTRE 6 MESI FA

Sara Tommasi

ROMA – Il sito Dagospia integra con particolari interessanti il racconto del Corriere della Sera del volo di stato con a bordo, oltre a Silvio Berlusconi, il critico d’arte Vittorio Sgarbi e la starlette Sara Tommasi.

Nel pezzo a firma di Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini, infatti, si legge la cronaca di quel 14 giugno del 2010. “Era una visita ufficiale a Sofia durante la quale il capo del governo inaugurò la statua di Giuseppe Garibaldi alla presenza del primo ministro Boyko Borisov – scrive il Corriere – Sull’aereo di Stato c’era effettivamente la starlette nota per aver partecipato ad alcuni programmi televisivi e all’Isola dei famosi”. Con quale  titolo, lo aveva “spiegato” qualche giorno fa lo stesso Sgarbi: “E’ stata la mia fidanzata per qualche ora, era mia ospite”.

A questo punto Dagospia inizia a metterci del suo, raccontando come evolve il viaggio: L’articolo continua col racconto picaresco-grottesco di come l’indaffaratissimo critico d’arte (meglio: di arti) riesca ad ottenere il corpo della ragazza”. Già, come? Secondo il Corriere “è Giosuè Amirante (indagato con Vincenzo Seiello, detto «Bartolo»: entrambi lavorano con Lele Mora e Fabrizio Corona, e hanno «gestito» Sara Tommasi e altre ragazze della «scuderia» milanese durante serate organizzate in Campania) a ricordare che cosa avvenne nelle ore precedenti”.

Il Corriere cita Amirante che racconta: «Avevamo organizzato una serata in una discoteca di Varcaturo e Sara doveva sponsorizzare una ditta locale. All’improvviso fu chiamata da Sgarbi che le disse di tornare immediatamente a Roma perché dovevano partire. Lei cominciò ad agitarsi, poi si mise a piangere. Mi urlava che quando loro la chiamavano lei doveva essere pronta. Io le spiegai che avevamo firmato un impegno di lavoro e bisognava rispettarlo, ma Sgarbi continuava a tempestarla di telefonate e alla fine mi obbligò ad accompagnarla sull’autostrada, all’uscita di Caianiello, dove lui la venne a prendere con l’autista. Le parlai il giorno successivo e mi disse che era tornata ma stava malissimo e si era dovuta far ricoverare per un’intossicazione».

E il dettaglio della Starlette prelevata sulla A1 non sfugge a Dagospia che incalza: “Certo, per far precipitare” Sgarbi fino a Caianello non è roba da poco. La Tommasi, secondo il sito è prelevata un po‘  “come quei tipini della malavita, a un’uscita di autostrada”. Quindi l’arrivo a bordo che nel racconto-romanzo di Dagospia diventa così: “E quando la coppia Sgarbi-Tommasi raggiunge Ciampino e sale sull’aereo di Stato che porterà il Cavaliere (…)  in Bulgaria per una (…) di statua di Garibaldi da inaugurare, i nostri eroi di Cajanello si trovano davanti il loro idolo politico e due bombastiche fanciulle montenenegrine che il  premier presenta come “le nipoti di Djukanovic”, presidente appunto del Montenegro”.

A questo punto Bufi e Sarzanini scelgono la cautela: “Tutti gli episodi rivelati da Amirante dovranno essere adesso verificati. Anche perché fu proprio lui a raccontare al telefono ad un amico di aver visto la Tommasi, a Roma, mentre veniva «prelevata e portata via dalle guardie del corpo di Berlusconi». Una circostanza che Palazzo Chigi ha seccamente smentito, sostenendo che mai la ragazza è stata a bordo delle auto del presidente”.

Dagospia, invece, piazza un altro affondo prima del gran  finale: “Per il fatale appuntamento” Sara Tommasi era vestita in modo sexy: “Un pazzesco paio di hot-pants filo-gluteo. (…) Il duro volo fino a Sofia viene dunque allietato dalle “nipoti di Djukanovic” e dalla starlett laureata a Bocconi, con Sgarbi che rimbambisce tutti di chiacchiere”.

L’ultima tappa, quella che si rischia di non  percorrere per mancanza di visto, secondo Dagospia è la Libia:  Berlusconi  “non intende mollare la curvacea ragazza  (…) per recarsi a Tripoli. Ma Sara non ha il visto di ingresso in Libia. A quel punto, secondo Dagospia, Sgarbi deride Berlusconi e lo accusa di contare poco. “Ovviamente – conclude Dagospia –  visti i buoni rapporti (d’affari) con Gheddafi, tutto viene risolto”.