ROMA – Qualche decina di milioni, non più di 30. Il ministro per l’Istruzione, Francesco Profumo riporta l’ammontare “per le misure a favore dell’impegno nell’eccellenza, e più di un mld per la scuola di tutti”. In una lettera ai sindacati, il ministro spiega che “nel cdm di mercoledì proporrò certo provvedimenti sul premio a chi si impegna nella scuola – scrive il ministro nella lettera, anticipata dall’Ansa -alternativi allo sforzo, che invece deve essere sempre più intenso, per fare della scuola un mondo dove nessuno è lasciato indietro, a cominciare dai piu’ deboli e svantaggiati”. “Questi provvedimenti – prosegue – li intendo invece come del tutto complementari. Così come prevede l’art.34 della Costituzione. Mantenendo la giusta proporzione fra i diversi obiettivi”.
Il nodo però è anche quello dei concorsi locali nelle università, aboliti dalla riforma voluta dall’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini del governo Berlusconi. Nella bozza del cosiddetto “Pacchetto merito” ci saranno quindi degli interventi “complementari sul merito”. L’abilitazione nazionale dovrebbe essere congelata fino a tutto il 2014 e tornerebbero i concorsi locali. Una commissione composta da cinque membri: due scelti dall’università, due sorteggiati da una lista nazionale, più un esperto straniero dovrebbe dare i giudizi.
La lettera arriva dopo le numerose proteste seguite alla riforma annunciata dal ministro. Pd, Cgil, ma anche settori di Confindustria e del Pdl. Al centro dello scontro, proprio i provvedimenti sul merito. Per Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Partito Democratico, “siamo felici di apprendere dal ministro che i preliminari del provvedimento sul merito circolati in questi giorni non corrispondono ai contenuti finali”. E adesso l’attesa è per il testo definitivo che sarà presentato in Parlamento. Ancora la Puglisi: “E’ necessario un ulteriore approfondimento, perché sia riaffermato il principio di merito in una scuola inclusiva che dia uguali opportunità a tutti”.
Duri attacchi anche dall’Italia dei Valori. Che mette sul tavolo la necessità di “riparare i danni introdotti dalla riforma Gelmini”. Pierfelice Zazzera: “Il ministro scenda dalla cattedra e la smetta di dare pagelle a scuole e a studenti”. Piuttosto, “risani il taglio dei fondi voluto dalla Gelmini e risolva al più presto il problema del precariato, altrimenti la sua funzione è inutile e farebbe bene a prendere la valigia e lasciare l’incarico. Non avevamo bisogno di un tecnico per continuare le politiche sulla scuola volute dalla Gelmini”.
E, nella sua lettera, Profumo scrive: “Ho sempre cercato di mettermi dalla parte giusta: quella della coesione e della solidarietà nell’interesse generale”. Poi, la questione dell’abbandono statale dell’istruzione pubblica: “La scuola non sarà abbandonata a se stessa. Non da me, almeno”. Ancora: “Non potrei nemmeno volendo, visto che nella scuola e nella formazione ho passato quasi tutta la mia vita”. E sul recente passato dell’istruzione pubblica: “La scuola italiana ha attraversato negli ultimi anni un periodo di grande difficoltà, fatto di tagli e di marginalizzazione rispetto all’agenda politica del paese. Di questa messa all’angolo la scuola ha sofferto molto, e in primis i suoi lavoratori, che si sono sentiti feriti e colpiti”.