Contro riforma Università: “Si torna al nepotismo”. Profumo glissa: “Merito”

Pubblicato il 3 Giugno 2012 - 10:10 OLTRE 6 MESI FA

Francesco Profumo (LaPresse)

ROMA – In principio era stato il quotidiano “Libero” ad avvertire: “Monti riporta il nepotismo all’università”. Poi è arrivato anche  il Sole 24 Ore, con un articolo in prima pagina sabato 2 giugno sulla bozza di riforma di scuola e atenei dal titolo: “Quel passo indietro”. Nelle pagine centrali il quotidiano degli industriali precisa: “Quel passo falso in nome del merito”.

Il nodo è quello dei concorsi locali nelle università, aboliti dalla riforma voluta dall’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini del governo Berlusconi. Nella bozza del cosiddetto “Pacchetto merito” potrebbe dunque esserci una vera “controriforma per i prof”.

Ecco cosa dovrebbe succedere: l’abilitazione nazionale dovrebbe essere congelata fino a tutto il 2014 e tornerebbero i concorsi locali. Una commissione composta da cinque membri: due scelti dall’università, due sorteggiati da una lista nazionale, più un esperto straniero dovrebbe dare i giudizi.

Scrive Eugenio Bruno sul Sole 24 Ore:

Non solo il Governo pensa di mandare in soffitta, prima ancora di attuarlo, uno dei punti pregiati della riforma degli atenei voluta un anno e mezzo fa dall’Esecutivo precedente: l’addio ai concorsi locali spesso pilotati. Ma intende addirittura farlo con un provvedimento teoricamente dedicato al merito. Nella bozza di decreto, che è stato messo a punto dal ministero dell’Istruzione ed è atteso in Consiglio dei ministri mercoledì, viene accantonato il sistema di reclutamento voluto dalla riforma Gelmini e fondato sul binomio abilitazione unica nazionale-chiamate locali dei docenti più meritevoli.

E ancora:

Il regolamento attuativo, atteso entro marzo del 2011, non è mai arrivato. E adesso che sembrava vicino al traguardo sta per profilarsi la più clamorosa delle retromarce.

Poi la frecciata all’attuale ministro dell’Istruzione Francesco Profumo:

Eppure era stato lo stesso ministro Profumo, poco dopo la sua nomina, ad assicurare che su scuola e università si sarebbe proceduto solo a «oliare la macchina» perché le riforme hanno «bisogno di stabilità». Un proposito che mai come ora andrebbe tradotto in realtà per non fare pagare al Paese il prezzo del l’ennesima riforma mancata.

E così anche il Sole 24 Ore parla di rischio nepotismo: 

Nel sospenderla fino a fine 2014, l’articolo 17 del Dl sul merito sostituisce l’abilitazione nazionale al titolo di professore ordinario, associato o ricercatore con delle selezioni locali rivedute e corrette sulla base dei criteri della legge Gelmini. Ma non abbastanza da scongiurare lo spettro di un ritorno al recente (e poco glorioso) passato dove molte volte nel reclutamento ha prevalso la cooptazione dei candidati, se non addirittura il nepotismo.

A ventiquattro ore di distanza, punto nell’orgoglio dalla stilettata del Sole 24 ore, il ministro Profumo ha rilasciato un’intervista al quotidiano “la Repubblica” per elogiare la riforma targata dal governo di cui fa parte, tirando in ballo la necessità “del merito” di cui l’Italia ha bisogno per guardare all’Europa e spiegando così:

“La scuola italiana a settimane riavvia il processo sul reclutamento”, dice Profumo, con il ritorno dei concorsi scolastici che coinvolgeranno 300mila candidati. ”Entro l’estate ci sarà il nuovo bando e dirà che metà professori li prenderemo dalle graduatorie e metà dal nuovo concorso”.

”L’appuntamento successivo sarà a primavera 2013, e lì faremo crescere le quote di chi arriverà dalle graduatorie e accorperemo le classi di concorso”, prosegue il ministro. ”Ogni anno fino al 2015 ci sarà un bando nuovo”. Tra le prove, spiega il ministro, “ci sarà un test preselettivo e chiederemo la simulazione di una lezione: dobbiamo valutare quanto i futuri docenti sapranno farsi capire dai ragazzi. Devono essere competenti e pure capaci”. I concorsi interesseranno anche l’università. ”Entro il 29 giugno sarà pubblico il bando relativo alle commissioni di concorso, entro l’estate il bando per i candidati. Ci sarà un programma di concorsi universitari per i prossimi quattro anni”.