Settimana di “incontri di lavoro”: il nodo è l’articolo 18

Pubblicato il 5 Febbraio 2012 - 20:24 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Prima le riunioni dei tecnici dei sindacati da un lato e degli imprenditori dall'altro. Poi Mercoledi' un confronto tra i rappresentanti dei lavoratori e quelle del mondo dell'impresa. Quindi Giovedi' il tavolo con il governo, che a sua volta potrebbe essere preceduto da una riunione dei tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil.

E' un calendario ricco, una vera e propria girandola d'incontri, quello che caratterizza la settimana che si apre sul fronte della riforma del mercato del lavoro.

La fitta agenda fotografa chiaramente come il confronto tra governo e parti sociali diventi piu' intenso, entrando nei temi specifici: dalla necessita' di ridurre le formule contrattuali a quella di definire meccanismi di aggiornamento, dall'ipotesi di nuove forme di sostegno al tema della flessibilita' in entrate e in uscita (leggi art.18).

Sui contratti di inserimento e sull'apprenditasto – che dovrebbero cancellare la ''flessibilita' cattiva'' delle false partite Iva – si e' piu' vicini ad una intesa. Tutti concordi anche sull'importanza della formazione.

''Abbiamo sottovalutato gli istituti tecnici'', ha detto il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli intervenendo a Domenica In sostenendo che in alcuni casi ''le imprese cercano lavoratori e non li trovano''. Tanto che e' proprio la formazione ''la strada principale per entrare nel mercato del lavoro''.

Ma e' sull'art.18, diventato oramai quasi politico, che le schermaglie pre-tavolo sono piu' accese.

Il governo – prima Monti e poi il ministro Fornero – ha fatto intendere che il tema e' sul tappeto. Per il sindacato il suo mantenimento e' una pregiudiziale. Chi pone la questione – ha detto piu' volte il segretario della Cgil Susanna Camusso – non vuole il confronto. Anche gli altri sindacati fanno muro. Pronto ad uno sciopero si dice anche l'Ugl.

No all'abolizione viene ribadito anche dal segretario Cisl, Raffaele Bonanni. Del resto il documento unitario firmato da Cgil,Cisl e Uil blinda il sindacato su questo punto, anche se il leader Cisl sembra indicare una possibile strada di apertura. Si dice possibilita' su una ''robusta manutenzione'' in particolare per favorire la velocizzazione delle vertenze di lavoro, le cui lungaggini oggi ''danneggiano lavoratori e aziende''.

Sul tema dell'art.18 il governo non puo' non tener conto anche dal fatto che una parte della maggioranza che lo sostiene soffia sul fuoco. Il Pdl ritiene che dopo l'intervento sulle liberalizzazioni, piu' penalizzante per il proprio bacino elettorale, sia ora la volta dei sacrifici per l'elettorato d'elezione del Pd, quello dei lavoratori.

''In questi giorni sento ripartire un dibattito come se fossimo negli anni '80, quando si diceva 'arrivera' la flessibilita'', 'bisognera' adeguarsi' – ha detto Bersani rispondendo ad una domanda sull'art.18 – Ma qui lo tsunami e' gia' arrivato! Uno che ha trent'anni oggi, se ha un lavoro mediamente ce l'ha flessibile, precario e sottopagato, anche se ha una laurea. La realta' di oggi e' questa''.

Il leader del Pd spiega poi che il suo partito vigilera' sul Tavolo aperto con le parti sociali affinche' nessuno interferisca. Cosa significa lo spiega l'ex ministro del lavoro, Cesare Damiano: ''inaccettabili sarebbero atti unilaterali del governo''.

Dal Pdl a tenere la corda tesa sul tema del lavoro e' il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri che nei giorni scorsi ha chiesto ''norme tempestive e incisive per superare le rigidita' e favorire la creazione di lavoro''. E oggi ribatte a Bersani che ''sul lavoro giustamente si sentono le parti sociali, in primis i sindacati''.

E' un tema sul quale la vecchia maggioranza di centro-destra potrebbe trovare nuovi dissidi – alimentati dal tema degli accordi per le amministrative – visto che la Lega presentera', firmatario Roberto Calderoli, una mozione che chiede il mantenimento delle tutele previste dall'articolo 18.