Spread, la miccia. Borghi: "Con una sua moneta l'Italia risolverebbe i suoi problemi" Spread, la miccia. Borghi: "Con una sua moneta l'Italia risolverebbe i suoi problemi"

Spread, la miccia. Borghi: “Con una moneta propria l’Italia risolverebbe i suoi problemi”

Spread, la miccia. Borghi: "Con una sua moneta l'Italia risolverebbe i suoi problemi"
Spread, la miccia. Borghi: “Con una sua moneta l’Italia risolverebbe i suoi problemi”

ROMA – Lo spread a 300 punti, la Borsa di Milano che trascina in basso le piazze europee, l’euro sotto attacco: a innescare la miccia di questo lunedì nero, già ampiamente previsto con la sfida del governo italiano che ha annunciato una manovra finanziata a deficit, sono state le parole di un alto esponente della Lega che è tornato ad evocare l’uscita dell’Italia dalla moneta unica. 

I mercati, cioè gli investitori, hanno infatti intercettato immediatamente le dichiarazioni di Claudio Borghi, presidente leghista della commissione Bilancio della Camera, secondo cui l’Italia riuscirebbe a far fronte ai suoi problemi se recuperasse la sua sovranità monetaria.

Quello che hanno capito i mercati è che l’Italia non esclude di uscire dall’euro, che davvero è in piedi l’idea di un piano B in caso di drammatico scontro con le istituzioni europee, e cioè il ritorno alla lira evocato come mezzo di ricatto per far passare una manovra finanziaria all’insegna della spesa pubblica senza tener conto dei vincoli di bilancio e senza mantenere la parola data sugli impegni a diminuire l’enorme stock di debito pubblico.

“Sono straconvinto che l’Italia con una propria moneta risolverebbe gran parte dei propri problemi – ha dichiarato Borghi a Radio Anch’io su Rai Radio 1 -. Il fatto di avere il controllo sui propri mezzi di politica monetaria è condizione necessaria – ma non sufficiente – per realizzare l’ambizioso ed enorme programma di risanamento. Ma per fare questo passo ci vuole accordo e consapevolezza da parte dei cittadini. Avessimo voluto andare oggettivamente allo scontro con l’Unione europea per arrivare a questo risultato, avremmo dichiarato il 3,1 come deficit, non il 2,4. In realtà noi semplicemente vogliamo fare le politiche che in questo momento sono il minimo indispensabile per permettere alla nostra economia di stare un po’ meglio”. 

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