Tartaglia: duro scontro alla Camera, Di Pietro parla e il Pdl esce

Pubblicato il 15 Dicembre 2009 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA

Alta tensione alla Camera durante l’informativa di Maroni sull’aggressione contro Silvio Berlusconi. Al termine del suo intervento ha preso la parola Di Pietro («Non ci faremo intimidire») e i deputati del Pdl hanno lasciato l’Aula.

«Noi non facciamo opposizione in odio a Berlusconi ma per amore del nostro Paese – ha detto il leader dell’Italia dei Valori -. Da quindici anni ci battiamo contro provvedimenti che offendono le coscienze. Questo crea odio, questo arma la mano istigata da problemi di una maggioranza e un governo che piegano il Parlamento a proprio uso».

Replica di Cicchitto: «La mano di chi ha aggredito Berlusconi è stata armata da una spietata campagna di odio: ognuno si assuma la propria responsabilità». L’intero gruppo del Pdl è uscito dall’Aula prima dell’intervento di Di Pietro. E questi: «Rispettiamoli, non vorrei rovinare loro le orecchie con le mie parole». Barbato dell’Idv, commentando l’uscita dei deputati, ha parlato di «popolo della mafia».

Maroni nella sua informativa ha parlato della premeditazione del gesto di Massimo Tartaglia: «Dice di aver agito per rabbia, ma la premeditazione del suo gesto risulta provata». Era in piazza Duomo già dalle 11 di domenica e «aveva con sé altri oggetti atti a offendere, tra cui un crocefisso in materiale resinoso». Quindi Maroni ribadisce il corretto comportamento delle forze dell’ordine e sottolinea che «i dispositivi attuati hanno consentito di sventare una violenta contestazione al presidente del Consiglio proprio sotto il palco».

Quindi Maroni cita un servizio trasmesso da Striscia la Notizia secondo cui due testimoni avrebbero avvisato la polizia di un possibile attentato al premier senza essere presi in considerazione: «Ho chiesto al capo della polizia e al questore di Milano di contattare immediatamente le due persone che sono state portate in Questura dove hanno reso una testimonianza che si sono rifiutati di firmare». I due hanno confermato di avere contattato la polizia segnalando una matto che disturbava i passanti ma senza far riferimento a parole pronunciate da Tartaglia contro Berlusconi.

Infine gli auguri di Maroni al premier: «Voglio rinnovare lo sdegno mio personale e di tutto il governo per la gravissima aggressione. A Berlusconi va la mia solidarietà e vicinanza con l’augurio che torni presto a svolgere la sua preziosa attività». Segue un applauso dei deputati.