VENEZIA – L’assessore alle politiche scolastiche della Regione Veneto, Elena Donazzan, propone di sottoporre gli studenti che frequentano le scuole della regione a dei veri e propri test antidroga. Chi ne fa uso in modo ricorrente, propone ancora l’assessore, dovrebbe poi essere bocciato. La Donazzan lo ha detto al MorningShow, programma che va in onda su Radio Padova.
Queste le sue parole: “Ogni giorno assistiamo a segnalazioni della presenza di droga negli istituti scolastici. La diffusione di sostanze stupefacenti appare ormai un fenomeno di consumismo disinvolto tra i più giovani. Ragazzi e preadolescenti vanno a scuola portando nello zaino non la merenda, ma la canna di hashish o marijuana o altre sostanze stimolanti o allucinogene”.
La Donazzan che ha da poco lasciato Forza Italia, per far fronte al problema propone di sottoporre gli studenti a test antidroga: “Come per praticare uno sport è necessario sottoporsi a una visita medico sportiva e dimostrare di godere di una buona condizione fisica – propone l’assessore – così la frequenza scolastica e lo studio dovrebbero richiedere lucidità e padronanza delle proprie capacità percettive e cognitive. Trovo quindi condivisibile la proposta di sottoporre a test tutti gli studenti. Gli esiti del test dovrebbero poi essere valutati anche ai fini del voto in condotta, arrivando, se necessario, anche alla bocciatura, in presenza di uso ricorrente”.
Donazzan, per confermare la sua proposta, spiega che “tutti gli studi scientifici dimostrano quanto grave sia l’impatto di sostanze stimolanti e stupefacenti sul cervello dei nostri ragazzi, con danni irreversibili che si ripercuoteranno sull’intera società. È necessario un cambio di rotta”.
L’idea di Donazzan scatena la dura reazione degli studenti. Tommaso Biancuzzi, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi, parla di “fatto grave e inaudito. L’iniziativa di Donazzan è pericolosissima, per vari motivi. Il primo è che anche il solo test anti droga già di per sé si configura come un’azione invasiva e repressiva perpetrata all’interno di un aula scolastica”.
“Il secondo – prosegue Biancuzzi – è che Donazzan equipara, sbagliando, marijuana ed eroina di fatto lasciando intendere ai ragazzi che una vale l’altra e dunque, a contrario, usare l’una e l’altra è la stessa cosa. Il terzo è che la scuola è un luogo educativo, culturale, che c’entrano i cani e i test antidroga?”.