L’autoinvestitura di Veltroni: magari come regista della candidatura Chiamparino

Pubblicato il 25 Agosto 2010 - 11:04 OLTRE 6 MESI FA

Walter Veltroni

Ma non doveva andarsene in Africa? Qualcuno se l’è domandato, all’indomani della lettera aperta di Walter Veltroni al Corriere della Sera. Il sito del quotidiano è stato letteralmente sommerso dai commenti, l’ex leader dei Democratici ha ancora un sicuro ascendente sul disorientato popolo di sinistra. E in molti, tra fan, militanti e osservatori politici, l’hanno letta come un’autoinvestitura a leader del centrosinistra. Nel ruolo di “kingmaker”, se non direttamente come candidato. Cioè si appresterebbe a a mobilitare energie e voti  mettendoli a disposizione del sindaco di Torino Chiamparino. Magari affiancato da Vendola. Un ticket si dice ora. Oppure sponsorizzare un trentenne, magari affiancato da uno più anziano, stando attenti a non far cadere il castello di carte ex democristiane, ex comuniste, laiche, cattoliche, operaie, imprenditoriali ecc.  Comunque avendo in testa la “stella polare” del bipolarismo per evitare inutili ammucchiate. Un altolà chiaro al “tutti dentro” e “chi ci sta ci sta” pronunciati da Franceschini pochi giorni fa per mettere in piedi contro Berlusconi un “alleanza costituzionale”.

Nel Partito Democratico dunque qualcosa si muove. Ma in quale direzione è arduo interpretare. O forse no, se la dialettica si riduce, per l’ennesima volta, al duello D’Alema-Veltroni, unici due leader depositari di un qualche carisma. Nonostante le sconfitte lungo vent’anni di diarchia alternata.

Veltroni come al solito vola alto, accontentando chi in politica cerca una “visione”, e facendo drizzare i capelli a chi lo bolla come “visionario”. Il tema è sempre quello: meglio soli o malaccompagnati? L’autosufficienza da sola non basta a vincere le elezioni. Mettersi alla testa di un’ “armata Brancaleone” è garanzia di immobilità politica e si sa come è andata a finire. Per ora le divisioni nel centrodestra danno un po’ di fiato all’opposizione. Ma fino a quando? I sondaggi non sono lusinghieri, in caso di voto anticipato. E finora nessuno ha smentito dal quartier generale del Pd chi dal fronte opposto li giudica impreparati, quando non terrorizzati all’idea delle elezioni. Cioè l’unico modo per sconfiggere sul campo l’avversario.