ROMA- Venezia allagata costerà miliardi di euro per essere rimessa in ordine. Quanti? Non si sa, non c’è stima dei danni immediati. Si ipotizza almeno un miliardo per l’immediato, almeno. Ma Conte accorso a Venezia e la ministra De Micheli con lui hanno voluto aggiungere: non affronteremo solo l’emergenza, daremo mano all’intera questione Venezia, la sua salvaguardia futura. Ammesso e per nulla concesso non fossero le solite parole di circostanza, quanto serve per difendere davvero Venezia dalle acque alte di marea e non solo asciugare la città dopo le inondazioni? Nessuno sa dirlo, di fatto sepolti (buttati?) in mare i 5,3 miliardi per il Mose. Facciamo quindi altri 2/3 miliardi per interventi davvero di salvaguardia in laguna?
Ilva, ex Ilva, Arcelor Mittal, Taranto e non solo Taranto ma ogni altro impianto di quella che era Italsider e poi fu Ilva: quanti miliardi ci vogliono per tenere tutto in piedi dopo che la multinazionale dell’acciaio avrà chiuso baracca e burattini? Sì, perché alla fine Arcelor Mittal se ne andrà. Di Maio ministro dice: “Glielo dobbiamo impedire”. Come, con i Carabinieri? Arcelor Mittal se ne andrà o nell’improbabile caso dovesse restare vorrà una partecipazione robusta in denaro pubblico al suo restare.
Oggi l’acciaieria perde due milioni al giorno, c’è il miliardo e mezzo da spendere per completare il risanamento ambientale, produce quattro milioni di tonnellate di acciaio, potrebbe arrivare a sei se il mercato volesse comprare, è dimensionata per otto milioni di tonnellate quindi ci sono i costi dell’assistenza sociale ai lavoratori in esubero, quanti che siano alla fine. Più i costi del doveroso sostegno a chi dovesse perdere lavoro e perfino azienda nell’indotto all’acciaieria. Facciamo 4/5 miliardi di costo per lo Stato se Arcelor resta e il doppio se se ne va?
Alitalia, qui nel corso dei decenni lo Stato di miliardi ne ha già spesi circa nove. In Alitalia così come è Delta ci mette non più di cento milioni, il resto va in carico ad aziende e finanze pubbliche. facciamo alla fine un altro miliardo?
Senza contare le altre crisi aziendali (minori come grandezza ma gravi lo stesso) e senza contare i danni da maltempo in altre zone (Sicilia, Calabria, Puglia, Liguria) almeno dieci miliardi veri e sonanti da spendere entro il 2020 se non prima. Piove davvero sul bagnato di questo governo.
Perché questo governo dieci miliardi pronta cassa dio solo sa dove può trovarli. Può trovarli solo a deficit, cioè facendo debito. Ma non è tanto questo il problema, questo è un problema ma è faticosamente sormontabile. Quello contro cui nulla il governo può fare è che sono miliardi maledetti, politicamente maledetti: anche a spenderli restano senza padre.
Il governo ha speso, impiegato quasi tutto quel che aveva per evitare l’aumento dell’Iva pari a 23 miliardi (cambiale sottoscritta a suo tempo da Di Maio-Salvini). Non li avesse spesi così quei miliardi, avesse lasciato aumentare l’Iva sarebbe stato travolto dal malcontento e sollevazione popolare di ogni ordine e ceto. Ma l’aver bloccato aumento dell’Iva non porta un briciolo di consenso, tanto meno elettorale. Insomma se quei 23 miliardi non li spendeva per fermare l’Iva il governo veniva spellato dagli italiani, italiani che però neanche un grazie per averli spesi così quei miliardi.
Lo stesso per la ex Ilva: se il governo decidesse di non spendere soldi pubblici per gli impianti e gli occupati, allora sarebbe rivolta generale e denigrazione totale del governo. Ma se il governo destina miliardi all’ex Ilva e alla gente che vi lavora, allora la reazione è: non un euro dalla mia tasca. anche per l’Ilva se non spende soldi pubblici governo alla gogna e accompagnato a calci alla porta, se invece spende qui miliardi pubblici sarà per la pubblica opinione solo un atto dovuto.
E lo stesso per Alitalia ed altre piccole Alitalia e minuscola Ilva sparse per l’Italia: il governo deve trovare (a deficit) miliardi pubblici senza poterne ricavare consenso sociale, tanto meno elettorale. Se azzarda una tassa allora al governo ricordano e intimano: taglia la spesa, le tasse uccidono. Se azzarda un taglio di spesa (ormai nessun governo ci prova più davvero) allora gli intimano: no alla macelleria sociale e il governo viene dichiarato apostata dall’unica vera fede che prevede il dogma dell’aumento costante della spesa pubblica.
Venezia, Ilva, Alitalia…governo obbligato a metterci miliardi. Se non lo fa, governo travolto e spazzato via. se lo fa, tutti pronti a dire non di tasca mia e comunque nessuno dirà un grazie. Se non tira fuori quei miliardi governo senza più neanche un po’ di consenso, se li trova e li spende nessun guadagno di consenso. Piove davvero sul bagnato.