La notizia, a leggerla superficialmente, sembra priva di qualisiasi interesse: Xi Jinping, “oscuro” funzionario come tanti del Partito comunista cinese, viene nominato vicepresidente della Commissione militare. Sembra una roba di burocrazia o poco più. In realtà significa che la Cina ha scelto il nuovo leader, il successore di Hu Jintao.
Nella Pechino del parito unico, infatti, la successione avviene sempre nello stesso modo. Tutto parte da una regola inderogabili: i dirigenti politici, a 68 anni vanno in pensione per raggiunti limiti di età. Quello che ne consegue è una sorta di liturgia: il successore designato entra prima nella commissione militare, poi segretario del Partito e, infine, presidente della Repubblica. Una dozzina di anni fa Hu Jintao ha seguito lo stesso identico percorso; ieri è toccato a Xi Jinping che quindi, nel 2012, quando Hu Jintao compirà 68 anni, diventerà il nuovo “padrone” della Cina.
Xi Jinping, 57 anni e due lauree è un “figlio d’arte”: suo padre fu un vicepremier riformista ai tempi di Deng Xiaoping. Sposato con una cantante d’opera, il prossimo presidente ha amministrato due provincie difficili, l’Hebei, una delle più povere dello Stato e il Fujan, zona alle prese con problemi di corruzione. Dal 2012 la sfida sarà quella di guidare il Paese più popoloso del mondo.