Arabia Saudita. Tensione a Ryad, polizia invade la città nel timore di proteste

Pubblicato il 11 Marzo 2011 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

Ryad, posto di blocco della polizia accanto a moschea

RYAD, ARABIA SAUDITA – Centinaia di poliziotti in assetto anti-sommossa sono sciamati venerdi a Ryad, capitale dell’Arabia Saudita, per prevenire una protesta programmata via Facebook e diretta a chiedere le stesse riforme democratiche rivendicate nell’intero mondo arabo.

Secondo quanto riferito dall’Associated Press, la polizia ha bloccato numerose strade ed eretto posti di blocco dove hanno perquisito residenti e veicoli nei pressi di una grande moschea dove la gente si stava radunando per le preghiere del venerdi. Testimoni oculari hanno detto che gruppi di agenti sorvegliavano gli angoli delle strade e che elicotteri pattugliavano dall’alto. Il massiccio spiegamento di forze di polizia ha evidentemente convinto tutti a rinunciare alla protesta nella capitale, almeno finora.

Ma l’Arabia Saudita – una monarchia assoluta a maggioranza sunnita senza partiti politici o parlamento – ha il problema degli sciiti, concentrati soprattuto nell’est del Paese e insofferenti del giogo di Ryad, che accusano di emarginarli e discriminarli. Giovedi si è avuta una violenza inconsueta in occasione di una protesta a Qatif, nell’est del Paese, dove vive un gran numero di sciiti. La polizia ha sparato ed almeno tre dimostranti sono rimasti feriti.

Sebbene le proteste siano state confinate finora nell’est del Paese, gli attivisti democratici sono stati incoraggiati dalle rivolte regionali che hanno rovesciato i regimi dittatoriali in Tunisia ed Egitto. Ma se le proteste dovessero raggiungere Ryad, le conseguenze si farebbero immediatamente sentire sui mercati internazionali a causa dell’enorme importanza del petrolio saudita.

I rapporti tra le autorità governative e gli sciiti non sono mai stati buoni. Questi costituiscono il 10 per cento dei 23 milioni di sauditi, e lamentano di essere trattati come cittadini di seconda classe, esclusi da posizioni importanti nel governo e nelle forze armate e privati di una partecipazione uguale a quella dei sunniti nella ricchezza nazionale.

La monarchia filo-occidentale di Ryad teme che le proteste sciite possano aprire varchi all’espansionismo ed al proselitismo dell’Iran, suo nemico storico. Parimenti, Ryad teme il ”contagio’ che potrebbe provenire dal vicino Bahrahin, a maggioranza sciita, dove sono in corso proteste e manifestazioni per rovesciare il re Hamad ibn Isa Al-Khalifa, al potere da 20 anni.