Cina. Consacrato nuovo vescovo con la benedizione di Pechino e Vaticano

Pubblicato il 14 Luglio 2010 - 20:38 OLTRE 6 MESI FA

Papa Benedetto XVI

Prove di disgelo nei difficili rapporti tra Vaticano e Cina: dopo la liberazione di Monsignor Jia Zhiguo, vescovo sotterraneo (non riconosciuto da Pechino) rilasciato dalle autorità cinesi dopo 15 mesi di prigionia, è giunta mercoledì dall’Estremo Oriente la notizia della nomina di un nuovo presule, quella di monsignor Antonio Xu Jiwei, consacrato vescovo di Taizhou. Una nomina che, nella graduale distensione avviata tra Santa Sede e Pechino, assume un particolare significato perché ‘benedetta’ dalla Chiesa di Roma e dalle autorità cinesi.

Secondo quanto reso noto dalla sala stampa vaticana, l’ordinazione di monsignor Xu, avvenuta alla presenza di un migliaio di fedeli, è stata concelebrata da quattro vescovi, ”tutti in comunione con la Santa Sede” e ”riconosciuti dal governo cinese”. Che dal 1960 al 1986, aveva peraltro a lungo contrastato il prelato, – membro della Chiesa ‘sotterranea’, non riconosciuta da Pechino – condannandolo, a cinque anni di prigione e a un lungo periodo di lavori forzati per motivi politici.

Oggi, però, la sua nomina si inserisce in un contesto di timido disgelo sul fronte dei rapporti tra Cina e Chiesa di Roma, segnati dalla contemporanea presenza, nel Paese asiatico, di una chiesa ufficiale, l’Associazione patriottica, staccata dalla Santa Sede, e di una chiesa sotterranea fedele al papa ma non riconosciuta dalle autorità nazionali. La scorsa settimana, la distensione nei rapporti tra Vaticano e Cina aveva gia’ fatto un passo avanti con la liberazione di mons. Jia Zhiguo, che a lungo aveva subito ”indebite pressioni” da Pechino tanto da essere rinchiuso in un luogo sconosciuto per quindici mesi.

E il suo rilascio aveva subito incassato la ”soddisfazione” d’Oltretevere con un messaggio del prefetto per la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Ivan Dias. Il percorso verso il disgelo, in passato, ha visto anche Benedetto XVI protagonista. Come è avvenuto nel giugno 2007, quando il pontefice, per la prima volta nella storia della Chiesa, scrisse ai cattolici cinesi e, indirettamente, al governo di Pechino, facendo un richiamo al dialogo e augurandosi una riunificazione tra fedeli clandestini e Chiesa filogovernativa. E nello stesso anno, istitui’ una commissione ad hoc per approfondire e sostenere la Chiesa nel Paese asiatico.

Mentre, lo scorso maggio, il Papa lanciava un nuovo messaggio dicendosi convinto che ”un rinnovato incontro con il cristianesimo apporterà abbondanti frutti di bene” alla Cina. La conciliazione, tuttavia, è ancora lontana. Non sono rare le testimonianze fornite da preti ‘sotterranei’ su punizioni e restrizioni alla liberta’ di culto imposte da Pechino. E non a caso, forse, proprio ieri Benedetto XVI ha annunciato la scelta di mettere la libertà religiosa al centro della Giornata mondiale per la pace del 2011.