Coronavirus, Fauci smentisce Trump: “Non è stato creato in un laboratorio cinese”

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Maggio 2020 - 14:24 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, Fauci smentisce Trump: "Non è stato creato in un laboratorio cinese"

Coronavirus, Fauci (nella foto Ansa) smentisce Trump: “Non è stato creato in un laboratorio cinese”

ROMA  –  Anthony Fauci, immunologo americano a capo della commissione statunitense per la lotta al coronavirus, smentisce la teoria del presidente americano Donald Trump sulla creazione del coronavirus in un laboratorio cinese. 

Come la maggior parte della comunità scientifica internazionale, Fauci ha detto di non ritenere possibile questa tesi.

In un’intervista a National Geographic, il massimo esperto americano di malattie infettive e membro della task force della Casa Bianca ha spiegato: “Se si guarda all’evoluzione del virus nei pipistrelli e a cosa c’è là fuori adesso, le prove scientifiche vanno fortemente nella direzione che il virus non avrebbe potuto essere manipolato artificialmente o deliberatamente”.

Secondo Fauci, “guardando all’evoluzione nel tempo tutto indica fortemente che questo virus si è evoluto in natura e poi ha saltato specie”.

Domenica 3 maggio il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, aveva ribadito la posizione della Casa Bianca, ossia che ci sono prove importanti che il virus venga da un laboratorio cinese.

Pechino ha sempre negato con forza, anche se diverse cancellerie hanno mostrato dubbi sulla trasparenza delle autorità cinesi nella gestione di questa crisi.

A smentire Trump anche l’Oms, secondo cui da tutte le prove viste – più di 15mila sequenze genetiche – si ritiene che questo virus sia di origine animale, c’è un legame con i pipistrelli, dobbiamo attenerci alla scienza”.

Allo stesso tempo cresce la schiera degli Stati che nutrono più di un sospetto sul modo in cui il presidente cinese Xi Jinping e i suoi hanno gestito la crisi, coprendo e non avvertendo in tempo sui rischi del coronavirus che già stava flagellando il gigante asiatico.

Così l’Australia ha chiesto un’inchiesta sull’origine del Covid-19, mentre in Europa Germania e Regno Unito ora esiterebbero sull’aprire le proprie porte al colosso cinese delle tlc Huawei, a cui in tempi non sospetti si sono affidate per realizzare le reti 5G di nuova generazione.

Anche in Africa, il continente su cui la Cina ha puntato tantissimo con massicci investimenti, molti governi sarebbero pronti a fare causa a Pechino e chiedere i danni.

Conflitti che potrebbe ridimensionare e infliggere un durissimo colpo alle ambizioni cinesi, quelle di riempire il vuoto di leadership a livello globale lasciato negli ultimi anni dagli Usa di Donald Trump, ispirati sempre più dalla dottrina dell’America First. (Fonte: Ansa)