Il figlio di Sakineh: “Mia madre torturata, rischia la lapidazione. l’Ue non dia tregua all’Iran”

Pubblicato il 3 Settembre 2010 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA

Sakineh Ashtani

Il figlio di Sakineh lancia un appello all’Europa perché non lasci da sola sua madre. “Se voi allentate la pressione, mia madre sarà uccisa”, dice il figlio della donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per l’omicidio del marito, la cui pena è stata sospesa anche grazie ad un imponente mobilitazione internazionale.

Il figlio della donna, Sajjad, in un’intervista al Corriere della Sera fatta da Bernard Henry Levi, racconta le condizioni in cui vive la madre. La detenzione, secondo Sajjad, e’ durissima. ”Subisce incessanti interrogatori da parte dei Servizi iraniani. Le chiedono, per esempio, come mai il suo ritratto è affisso dappertutto nel mondo e chi, secondo lei, ha lanciato questa mobilitazione internazionale”.

La donna in carcere prende molti farmaci, soprattutto antidepressivi e si trova in un quartiere del penitenziario in cui sono detenute anche tutte le altre donne della città di Tabriz, in piccole celle con 15-20 persone. ”È possibile che – prosegue Sajjad – che dopo la sua apparizione alla televisione l’abbiano messa in una cella individuale”.

Sulla confessione alla tv, il figlio sottolinea che è arrivata dopo che la donna è stata torturata. ”Le autorità avevano bisogno di queste confessioni – dice – per poter riaprire il caso dell’omicidio di mio padre”. Omicidio di cui Sajjad non ritiene responsabile la madre. E lo stesso dossier risulta perduto. Inoltre, l’avvocato di Sakineh, Houtan Kian ha subito il furto, per due volte, di alcune copie del rapporto. ”Potrebbe trattarsi di un piano della Repubblica islamica – aggiunge Sajjad – per modificare il dossier e aggiungervi elementi a carico che giustifichino l’esecuzione”. Il figlio di Sakineh suggerisce, infine, di rivolgersi al Brasile e alla Turchia, che hanno ”legami privilegiati” con la Repubblica islamica per proseguire con la pressione sul caso della madre.