Usa. La guerra segreta del generale Petraeus in Medioriente, mentre Obama guarda dall’altra parte

Pubblicato il 25 Maggio 2010 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA

Il generale David Petraeus

Il comandante in capo delle forze americane in Medio Oriente, il generale David Petraeus, ha ordinato una vasta espansione dell’attività militare clandestina allo scopo di creare scompiglio nei gruppi militanti e prevenire minacce in Iran, Arabia Saudita ed altri Paesi nella regione, secondo una direttiva segreta firmata a settembre e il New York Times ha avuto l’opportunità di esaminarla in parte.

La direttiva, firmata dallo stesso Petraeus, autorizza l’invio di truppe speciali americane sia in Paesi amici che ostili nel Medio Oriente,in Asia Centrale e nel corno d’Africa per raccogliere informazioni e instaurare legami con le forze locali. Alcuni funzionari del Pentagono hanno detto al New York Times che la direttiva consente anche ricognizioni aeree che potrebbero spianare la strada a possibili interventi militari in Iran se le tensioni in atto sul suo prgramma nucleaere dovessero acuirsi.

Mentre la precedente amministrazione del presidente George Bush aveva approvato certe attività clandestine lontano da zone di guerra, la direttiva di Petraeus intende rendere questi sforzi più ampi, sistematici e duraturi. Gli obiettivi della direttiva sono la creazione di una sorta di rete di commando che possa ”penetrare, combattere, sconfiggere o distruggere” Al Qaeda ed altri gruppi militanti, e al contempo ”preparare le condizioni” per futuri attacchi americani o di forze locali.

Nell’ampliare le loro attività segrete i militari americani hanno anche cercato negli ultimi anni di terminare la loro dipendenza dalla CIA ed altre agenzie di spionaggio per ottenere informazioni in Paesi dove la presenza militare americana è irrilevante. La direttiva del generale Petraeus si basa sulla creazione di piccoli gruppi di militari americani con il compito di riempire i ”buchi” informativi riguardo a organizzazioni terrroristiche ed altre minacce provenienti dal Medio Oriente ed oltre, specialmente gruppi emergenti intenzionati ad attaccare gli Stati Uniti.

Sulla direttiva di Petraeus alcuni funzionari del Pentagono hanno espresso dubbi circa i rischi che essa comporta. Queste attività autorizzate potrebbero arrecare danni alle relazioni diplomatiche con Paesi come l’Arabia Saudita o lo Yemen, che potrebbero assecondarle segretamente e di malavoglia, oppure fomentare la rabbia di nazioni ostili come l’Iran e la Siria.

Inoltre, molti si preoccupano che se i militari americani assumessero ruoli non combattenti, se catturati potrebbero essere trattati come spie e non più sotto la protezione della Convenzione di Ginevra.

Le operazioni precise che la direttiva autorizza non sono chiare, nè è chiaro cosa abbiano fatto i militari dopo la sua emissione. Il documento che il Nyt ha potuto esaminare fornisce pochi dettagli sulle missioni o sulle operazioni per la raccolta di informazioni.

Quel che si è potuto capire è che Petraeus ha autorizzato specifiche operazioni in Iran, molto probabilmente la raccolta di informazioni riguardo al suo programma nucleare o l’identificazione di gruppi che potrebbero essere utili nel caso di una futura offensiva militare. Il presidente Barack Obama e la sua amministrazione insistono nel dire che sono intenti a punire l’Iraq per le sue attività nucleari solo tramite sanzioni diplomatiche ed economiche.

Nondimeno, il pentagono avrà certamente pronti dettagliati piani di contingenza nell’eventualità che il presidente autorizzi un attacco. ”Il ministero della Difesa non può certo permettersi di essere colto con le braghe calate in qualsiasi evenienza”, ha dichiarato un funzionario ministeriale a conoscenza della direttiva di Petraeus.