Libia, D’Alema: “Colpa del governo per le titubanze italiane”

Pubblicato il 25 Marzo 2011 - 13:12 OLTRE 6 MESI FA

Massimo D'Alema (Foto LaPresse)

CATANZARO – Nella vicenda della missione in Libia ”le cose sono cominciate in modo piuttosto confuso anche per responsabilità del nostro Governo”. Lo ha detto Massimo D’Alema, parlando con i giornalisti a Catanzaro.

”Ora – ha aggiunto D’Alema – la speranza è che si vada ad una gestione più ordinata degli interventi a livello sovranazionale”.

”In queste settimane noi siamo di fronte ad un grande moto democratico che sconvolge il mondo arabo e, direi, che tutto questo si accompagna ad una sorta di paradossale sorpresa e imbarazzo del mondo occidentale. L’Europa appare spiazzata, un po’ meno gli Stati Uniti”.

“A suo modo il mondo arabo – ha aggiunto D’Alema – tende ad affermare quegli stessi valori e principi che sono a fondamento delle nostre democrazie e che sono scritti nelle carte europee dei diritti del cittadino. La nostra politica verso l’altra sponda del Mediterraneo, invece, è stata dominata dalle ragioni della sicurezza, dalla convinzione che la sicurezza energetica, il petrolio, il governo dei flussi migratori, e la sicurezza contro il fondamentalismo islamico fossero meglio assicurate dai dittatori che non dalla democrazia. Ha dominato la paura ma la paura e’ spesso cattiva consigliera”.

A giudizio di D’Alema, inoltre, ”la sicurezza umana deve prevalere sulla sicurezza dello Stato. E’ necessario un nuovo equilibrio, un nuovo bilanciamento tra le ragioni della sicurezza e quelle della democrazia. Credo che questo equilibrio vada continuamente ricercato tenuto conto che, perché funzioni, è fondamentale un primato del diritto. Da questo punto di vista lo Stato non è sufficiente per garantire il primato del diritto ma è quantomai necessario che crescano istituzioni sovrannazionali in grado di assumersi la responsabilita’ di proteggere le popolazioni”.