ROMA – “Qui non si tratta solo dell’Ucraina. Si rischia una conflitto molto più ampio, europeo”: l’allarme arriva dall’Australia, lanciato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Dopo un duro colloquio con il presidente russo, Vladimir Putin, prima che lui lasciasse anticipatamente il G20, Merkel è stata ancora più netta del già poco morbido Barack Obama.
“Qui non si tratta solo dell’Ucraina. Si tratta della Moldavia, della Georgia e, se si va avanti così, ci si può chiedere se ci si debba interrogare anche sulla Serbia e sugli Stati dei Balcani dell’ovest. L’idea che una guerra moderna possa essere circoscritta è un errore fatale. Da una crisi regionale nei Balcani il conflitto divamperebbe in poche settimane”,
ha detto Merkel, ricordando i due conflitti mondiali:
“Come si poté arrivare a tanto, 100 anni fa, fra i popoli e le nazioni? Mancò la volontà di risolvere pacificamente le divergenze, anche per l’assunto arrogante della propria superiorità militare”.
Attualmente non sono solo le regioni del Donbass, le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk, ad essere nel mirino della Federazione Russa. La Georgia teme che, sull’ondata dell’espansione in Crimea, Putin possa puntare anche ad annettere l’Abkhazia, regione georgiana che nell’agosto del 2008 si autoproclamò indipendente, dando iniziò al conflitto tra Tbilisi e Mosca, e che ha in questi giorni presentato una formale richiesta di annessione alla Russia.
Come per l’Ossezia del Sud, anche nel caso dell‘Abkhazia solo la Russia e una manciata di altri Stati hanno riconosciuto l’indipendenza da Tbilisi. In Moldavia, invece, è la regione della Transnistria a tendere verso il Cremlino. Anche in questo caso, la richiesta a Mosca è già stata inoltrata.
Per quanto riguarda la Serbia, candidata all’adesione all’Unione europea, le prove di avvicinamento con Mosca vanno avanti da mesi. Belgrado ha anche assicurato che quando a gennaio assumerò la presidenza dell‘Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) non varerà alcuna sanzione nei confronti della Federazione.
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