Nuove accuse di brogli in relazione alle presidenziali afghane del 20 agosto. Se domenica scorsa a denunciare sistematiche «irregolarità» nelle operazioni elettorali era stato Abdullah Abdullah, ex ministro degli Esteri e principale avversario del presidente uscente Hamid Karzai, oggi è stata la volta di Ramazan Bashardost, già ministro per la Pianificazione ed esponente di spicco della comunità degli hazara, concentrata nel centro del Paese e pari quasi al 25 per cento della popolazione complessiva.
Bashardost, attualmente indicato al terzo posto dietro a Karzai e Abdullah, ha fatto irruzione nella sala stampa della Commissione Elettorale Indipendente afghana poco prima che fosse resto noto l’aggiornamento dei dati parziali, e ha bollato come «illegali» i risultati.
«Sarebbe un disastro per l’Afghanistan se Karzai o Abdullah, che sono entrambi corrotti, vincessero le elezioni» è sbottato. «E sarebbe disastroso anche per la comunità internazionale e per i poveri di questo Paese» ha aggiunto, prima di essere invitato a calmarsi.
Il segretario della Commissione Elettorale, Daoud Ali Najafi, ha quindi difeso l’operato del proprio organismo, assicurando che tutto si sta svolgendo nel pieno rispetto della Costituzione.