Putin: trattativa e minaccia nucleare. Una delle due è un bluff

Oggi nelle ore della tarda mattinata annunciato un incontro tra non meglio precisate delegazioni russa e ucraina. Comincia una trattativa, una trattativa vera? E perché al quinto giorno di guerra si tenta o si simula una trattativa? Una trattativa su che basi?

L’avanzata lenta

Una delle possibili letture è che i russi siano spinti a trattare dalla lentezza della loro offensiva “totale”. Un’altra è che i russi abbiano il problema militare-politico dell’evitare combattimenti strada per strada nelle città ucraine e che quindi non sia offensiva lenta e in difficoltà ma solo strategia che spinge alla trattativa. Oppure non è, qui e ora, trattativa vera ma solo una trattativa per così dire “recitata” dai russi.

Il cessate il fuoco?

Il primo obiettivo di una trattativa tra paesi in guerra non può che essere il cessate il fuoco. Ma può Putin permettersi il cessate il fuoco con le sue truppe che hanno conquistato relativamente ben poco del territorio ucraino? Può fermarsi quando è ancora ben lontano dall’obiettivo dichiarato del cambio di governo e regime in Ucraina e quando sul terreno l’Ucraina è stata tutt’altro che disarmata?

E dopo il difficile cessate il fuoco, la spartizione?

E, anche fosse cessate il fuoco, trattare su cosa? Il ritiro delle truppe russe? Impensabile Putin tratti ora su questo. La spartizione del paese cedendone la parte est e sud ai russi e ad uno Stato filo russo? Impensabile gli ucraini possano trattare su questo. Congelamento delle linee di territorio acquisite? Non sarebbe una tregua gestibile davvero sul terreno.

La fatica militare di Putin

L’armata russa non si è mostrata quel rullo compressore che si immaginava, avanza relativamente poco e sta subendo perdite, Putin ieri è ricorso ad una lode-incoraggiamento alle truppe speciali che suona come sprone e si sprona chi ha difficoltà. La vittoria militare russa, data per veloce e scontata, non arriva. Gli ucraini resistono, Usa ed europei armano gli ucraini, la Germania decide il riarmo, perfino la Svizzera esce dalla neutralità in funzione anti russa, in Russia la lunghezza delle file ai bancomat misura la corta fiducia nella vittoria.

E allora la minaccia nucleare

La Russia dispone di circa seimila testate nucleari, di cui circa 1.500 già immediatamente operative. Dal punto di vista militare Putin non aveva alcun bisogno di comunicare la messa in allerta delle forze nucleari. Lo ha fatto invece per minacciare, agitare il bastone nucleare, segnalare che, se accerchiato e sconfitto sui fronti militari, economico e politico, non esclude l’uso di armi nucleari. In cinque giorni di guerra lo ha fatto due volte, non può essere un caso, non è un caso.

Trattativa o nucleare, qual è il Putin vero?

Trattativa o minaccia nucleare, quale il Putin vero o meglio quale delle due mosse, delle due disponibilità, dei due messaggi ai nemici è un bluff e quale no? Al momento e fino a prova contraria ciò che più ha le fattezze e la consistenza del bluff è l’opzione della trattativa. Non riusciamo a pensarlo prima ancora che a crederci, ma l’uso di armi nucleari è davvero un’opzione nel piano di Putin di ricostituzione dello Stato unico degli slavi.

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