Trump ammette la fine ma invoca i “voti legali”. Illegale è per lui che abbia votato chi non votava

di Riccardo Galli
Pubblicato il 7 Gennaio 2021 - 11:21 OLTRE 6 MESI FA
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Trump a suo modo ce l’ha fatta ad ammettere la fine. A suo modo appunto: “Finisce la migliore Amministrazione della storia americana”. Si assegna il titolo di miglior presidente della storia americana confermando così quello che è in lui inestricabile intreccio e perfetta fusione di pulsione politica eversiva, iperbolica instabilità umorale e compulsiva ossessione amorosa verso se stesso.

Trump e i voti legali

Ammette la fine Trump del paradiso Trump in terra americana (e nel mondo) e preconizza l’avvento dell’inferno per ogni dove. Ma anche in questa occasione torna a dire che lui con i voti che chiama legali avrebbe vinto. Che vuol dire, cosa intende per “voti legali”? In Europa si fa fatica a capire cosa intenda davvero e infatti occorre conoscere qualcosa della storia americana per capire.

Brogli, brogli elettorali Trump ne ha denunciati a centinaia. Mai una prova, neanche un indizio. Ma questo non ha smosso Trump dalla sua convinzione le elezioni e la riconferma gli siano state rubate. Brogli, in Europa pensiamo ovviamente a schede pre votate o a falsi conteggi o a schede volutamente non conteggiate. Insomma a brogli e imbrogli nel contare le schede votate.

No, Trump non intende questo, di questo non ha prove per l’ottimo motivo che nulla di questo è successo. Chi è andato a votate negli Usa per le presidenziali è stato correttamente conteggiato nell’espressione del suo voto. Lo hanno attestato tutti i Tribunali, anche e soprattutto quelli di nomina repubblicana. Il problema, l’inganno, l’imbroglio, il furto sono per Trump non come si sia votato ma proprio chi ha votato.

Una lunga tradizione sudista

Chi ha votato…negli Usa una lunga tradizione prevalentemente sudista: costretti a dover riconoscere il diritto di voto agli afro americani per molti decenni, praticamente sempre o quasi, agli afro americani il diritto di voto restava come diritto teorico. In pratica si ponevano tanti e tali ostacoli burocratici ed economici ( se non bastavano le “buone” ci pensava qualche Clan ad “ammonire”) all’esercizio reale del voto che nei decenni e decenni intere fette di popolazione divennero stabilmente non votanti.

Si sconsigliava caldamente agli afro americani di votare e questi si tennero e si tenevano a lungo lontano dal votare letteralmente per non farsi male. Il sistema di ostacolo/sconsiglio venne poi di fatto adottato anche nei confronti di altre minoranze etniche. Fino a considerare di fatto, almeno come obiettivo, l’unico voto legale quello del votante bianco.

Ecco, Trump intende per “voti legali” quelli dei bianchi che in maggioranza lo avevano votato quattro anni fa. Quelli e solo quelli. Voti invece illegali sono per Trump i voti di coloro che superando barriera di iscrizione alle liste. ostacoli ed esclusioni di fatto basati su etnia e censo, stavolta sono andati a votare. Che sia o no in grado di intenderlo e/o volerlo, Trump si proclama guida di una nazione bianca nella quale solo i bianchi sono veri cittadini. Che sia in grado o no di intenderlo e/o volerlo, Trump fonda la sua nazione e il suo movimento politico sull’alterità etnica e sulla difesa dell’etnia pura e perciò in diritto di dominanza. Non è il primo nella storia.