NEW YORK – Alla vigilia del supermartedì, la sfida tra il presidente americano Barack Obama e il candidato repubblicano Mitt Romney è quanto mai aperta. Tra un Obama senza voce e un Romney che vuole “ruggire”, i sondaggi parlano di un sostanziale testa a testa, ma sul fronte dei grandi elettori, quelli determinanti per la vittoria, l’attuale presidente avrebbe in tasca 68 voti più dello sfidante. I dati sul voto anticipato, possibile in molti Stati, sembrano mostrare un leggero vantaggio democratico in Florida e Ohio, anche se non netto come nel 2008. Nelle ultime 48 ore di una maratona che ha “bruciato” 3 miliardi di dollari, i due candidati e i rispettivi compagni di ticket hanno partecipato a 14 eventi in 8 Stati. Intanto Sandy, col suo strascico di distruzione e morte, minaccia l’affluenza alle urne nello Stato di New York. Per chiunque vinca, la rogna si chiamerà Fiscal Cliff, “dirupo fiscale”: chi si insedierà alla Casa Bianca, infatti, si troverà davanti ad un vero e proprio precipizio. Col 1° gennaio 2013, scatterà l’entrata in vigore in contemporanea tanto dei tagli alla spesa e quanto degli aumenti delle tasse. E a temerlo non sono solo gli americani, ci sono anche i G20 riuniti a Città del Messico.
ULTIME BATTUTE Romney comunque si mostra piuttosto fiducioso: “Ancora un giorno e l’America tornerà a ruggire”, ha affermato. E ha aggiunto con ottimismo: “Non vedo l’ora di iniziare a lavorare”. Sferrando l’ultimo attacco: “Risolverò i problemi”. “Obama non ha risolto i problemi, io lo faro”. Dalla Virginia, il candidato repubblicano sottolinea che il presidente in carica si è più preoccupato in questi quattro anni della sua “agenda liberal piuttosto che della creazione di posti di lavoro”.“Non possiamo tornare indietro”, ha detto Obama. “Abbiamo fatto troppa strada, ora non possiamo tornare indietro”. Così l’attuale inquilino della Casa Bianca a Madison, in Wisconsin dove è stato introdotto sul palco elettorale da Springsteen. “Crediamo in un’America più forte e non più debole dove ognuno può contare su un’ assicurazione sanitaria. Crediamo che un Paese sia migliore quando le persone possono contare su Medicare e sul Social Security nella parte finale della loro vita”, ha detto il presidente nel suo intervento di 24 minuti davanti a migliaia di persone.
SCHERMAGLIE LEGALI IN FLORIDA Nel sud della Florida il partito democratico ha avviato domenica mattina la prima causa per estendere il voto anticipato. Il governo locale, controllato dai repubblicani, avrebbe infatti ridotto i giorni per votare in anticipo da 14 a 8 e molti elettori non sarebbero riusciti a votare in anticipo a causa delle lunghe file. Dodici anni fa la Florida, fu lo stato teatro della battaglia all’ultimo voto tra George W. Bush e Al Gore.
Intanto, nonostante le forti incertezze è già partito il toto nomi sulle possibili squadre di governo dei due sfidanti.
CON OBAMA RIMPASTO, RICE E KERRY PER DOPO CLINTON. Un secondo mandato di Obama si tradurrebbe di certo in un rimpasto di governo, con alcune delle figure chiave, il segretario di stato Hillary Clinton e il segretario al Tesoro Timothy Geithner, che hanno annunciato di voler lasciare il loro incarico alla scadenza del primo mandato. Fra i papabili alla successione della Clinton figurano Susan Rice, intima amica di Obama e oggi ambasciatrice Usa all’Onu, e John Kerry, potente presidente della Commissione Esteri del Senato e preparatore di Barack nei dibattiti. A favore di Kerry gioca il fatto che alla Convention di Charlotte il suo intervento è stato considerato uno dei migliori discorsi di politica estera dell’anno. Leon Panetta dovrebbe invece restare al Pentagono, mentre per il dopo Eric Holder al Dipartimento della giustizia si ipotizza il governatore del Massachusetts, Deval Patrick. In uscita anche David Plouffe, consigliere particolare di Barack: verrebbe sostituito dall’ex capo dello staff di Joe Biden, Ron Klain. E per il posto di Geithner tramonta l’ipotesi Dimon: la lista dei papabili include l’amministratore delegato di BlackRock, Lawrence Fink, il presidente di Evercore Partners, Roger Altman, e il numero uno di American Express, Kenneth Chenault. In corsa potrebbero anche esserci Jacob Lew, il capo dello staff della Casa Bianca, il sottosegretario al Tesoro per gli Affari Internazionali, Lael Brainard, e Dan Doctoroff, amministratore delegato di Bloomberg. Improbabile la scelta dell’amministratore di JPMorgan, Jamie Dimon, dopo le maxi-perdite del gruppo, o del chief operating officer di Facebook, Sheryl Sandberg, dopo il flop dell’ipo. Obama però, potrebbe trovarsi a perdere anche un altro pezzo, della sua squadra anti-crisi: il presidente della Fed, Ben Bernanke, non sarebbe orientato a un terzo mandato (scade nel gennaio 2014) e già si guarda al suo successore. Con Obama alla Casa Bianca, la rosa sarebbe ristretta: il nome più papabile è Lawrence Summers, segretario al Tesoro sotto Bill Clinton e direttore del National Economic Council di Obama. Secondo gli osservatori Summers continuerebbe sulla strada di Bernanke.
CON ROMNEY ZOELLICK ALLA FED. Un’uscita di Bernanke sarebbe invece più che certa con la vittoria di Romney: in più occasioni il candidato repubblicano ha detto di non volerlo perché le sue scelte di politica monetaria non hanno aiutato l’economia. Se vincesse lui, poi, la scelta del segretario al Tesoro potrebbe ricadere sull’ex presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick, sull’amministratore delegato di CIT Group ed ex Merrill Lynch, John Thain, o sul numero uno della School of Business della Columbia, Dean Glenn Hubbard. Hubbard sarebbe in corsa anche per la presidenza della Fed, insieme a Gregory Mankiw, ex numero uno del consiglio degli advisor economici della Casa Bianca, e a John Taylor, professore di economia all’Universita’ di Stanford e critico della Fed. Per il Pentagono la rosa di nomi di Romney include l’ex senatore del Missouri, James M. Talent, ma anche Dan Senor, attuale consigliere di Romney per la politica estera, e Richard Haass, ex consigliere dell’ex Segretario di Stato Colin Powell. .
Alla vicepresidenza, Ryan l’uomo dei conti o Biden il veterano? L’intellettuale di destra esperto di conti pubblici contro il veterano della politica. Generazioni diverse e stili opposti per i due candidati alla vice presidenza Usa: al giovane Paul Ryan, solo 42 anni, si contrappone il 69enne Joe Biden. Atletico, agguerrito il primo, più pacato e ironico il secondo.
SANDY MINACCIA L’AFFLUENZA ALLE URNE Nello stato di New York, l’affluenza alle urne potrebbe risultare minacciata a causa del recente passaggio dell’uragano Sandy. Nel caso martedì si presentasse ai seggi meno del 25 per cento dei cittadini, i funzionari locali sono pronti a richiedere un giorno extra – entro il 26 novembre – per garantire il diritto al voto a tutti, anche a chi in questi giorni è impegnato ad affrontare le conseguenze della super tempesta.
Anche l’Italia si prepara a una copertura straordinaria delle elezioni presidenziali. Tra dirette fiume, collegamenti, servizi e interviste, ecco dove seguire il voto americano nella notte tra il 6 e il 7 novembre.
RAI – La lunga notte dello spoglio elettorale vede impegnati in prima fila Rai1 e Tg1 con una puntata speciale di ‘Porta a Porta’ con collegamenti e ospiti italiani e stranieri; il Tg3 proporrà un ‘Linea notte’ allungato fino all’alba e arricchito dagli interventi di corrispondenti, analisti e commentatori; Rai News seguirà l’evento con una no-stop per raccontare l’arrivo dei risultati e intercettare le prime reazioni in Italia e nel mondo; Televideo, alla pagina 110, fornirà in tempo reale i dati delle schede scrutinate; Radio1 sarà impegnata dalla mezzanotte in un lungo filo diretto con ospiti in collegamento telefonico e in studio; anche Radio2 seguirà l’epilogo della sfida Obama-Romney con uno ‘Speciale Caterpillar no stop’, dalle 22 del 6 novembre fino alle 7.30 del giorno successivo.
MEDIASET – Tgcom24 proporrà ‘Tutto in una notte’, una diretta notturna straordinaria che seguirà Stato per Stato il verdetto delle urne. Si comincerà con finestre dedicate in seconda serata, per fare spazio poi a una diretta continua dall’1. Durante la maratona si seguiranno gli exit poll fino all’annuncio del nuovo presidente. Ospiti in studio, come Vittorio Emanuele Parsi e Lucio Caracciolo, e collegamenti con gli inviati Luca Rigoni e Maria Luisa Rossi Hawking insieme alla collaborazione della redazione e degli inviati del Tg5, che seguiranno Obama e Romney nei rispettivi quartier generali. Lo speciale andrà in simulcast anche su Canale 5 oltre che sul canale 51 del digitale terrestre.
LA7 – In onda un lungo speciale condotto dal direttore del tg Enrico Mentana, giunto alla sua settima diretta no-stop delle elezioni americane. Lo speciale dal titolo ‘Obama o Romney?’ partià’ alle 23.50 per seguire tutta la notte gli esiti della sfida. Ospiti in studio Walter Veltroni, Alberto Alesina, Giuliano Ferrara e Corrado Formigli. In collegamento, rispettivamente da New York e da Boston, Lucia Annunziata e Maurizio Molinari.
SKY – Sky TG24 racconterà l’election day con una diretta fiume che, dalle 22 del 6 novembre, vedrà coinvolti il tg e tutti gli approfondimenti quotidiani. Liliana Faccioli Pintozzi e Federico Leoni saranno collegati dai quartieri generali dei due candidati alla presidenza. In diretta da Washington Emilio Carelli, con ospiti da Capitol Hill. In studio con il touch screen i risultati in tempo reale, gli articoli delle principali testate Usa e internazionali, i commenti della rete e dei social network. In evidenza il collegamento con l’hotel Excelsior a Roma, quartiere generale dell’ambasciata Usa in Italia, e con Torino, dove il canale all news parteciperà all’evento organizzato dalla Stampa alla Fondazione Sandretto. Oltre a blogger e ospiti internazionali, interverranno alla maratona anche l’Ambasciatore Usa David Thorne, Marta Dassù, Jack Shock, Alan Friedman, Mario Calabresi, Massimo Gramellini e Christian Rocca.
LE ALTRE – Su Class TV Msnbc, Class Cnbc e sul sito di Milano Finanza ‘Live from Democracy Plaza’ tra il 6 e 7 novembre 24 ore di diretta. Per l’occasione lo studio ai piedi del Rockefeller Center di New York sarà trasformato in una gigantesca mappa elettorale degli Stati Uniti che si accenderà di rosso o di blu man mano che gli stati verranno assegnati. Su Studio Universal arriva, invece, una rassegna di thriller e commedie: da ‘Dave presidente per un giorno’ a ‘Il rapporto Pelican’, ‘Cara insopportabile Tess’ e ‘Potere assoluto’. L’appuntamento e’ dal 6 novembre alle 21.15. Su Comedy Central verrà riproposta l’intervista di Jon Stewart a Obama nella puntata di The Daily Show dello scorso 18 ottobre. In onda anche uno speciale South Park for President! con una selezione di episodi a tema politico.