Usa, elezioni o guerra civile? Verso risultato voto impugnato e non accettato

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 4 Settembre 2020 - 08:53 OLTRE 6 MESI FA
Usa 2020, elezioni o guerra civile? Verso risultato voto impugnato e non accettato

Usa, elezioni o guerra civile? Verso risultato voto impugnato e non accettato (Foto d’archivio Ansa)

Usa, elezioni o guerra civile, a che gioco stanno giocando in America? Guerra civile, non sembrino parole fuori luogo.

Elezioni o guerra civile? Gli Usa si stanno avviando verso il nocciolo di una civile insanabile frattura e cioè il risultato del voto presidenziale impugnato, respinto, non accettato da una parte del paese contro l’altra.

TRUMP: SE VINCO VALE, SE PERDO E’ TRUCCO

A coltivare in vitro e anche in campo arato i semi di una guerra civile è, senza risparmio, Donald Trump. La sua ultima uscita: repubblicani votate due volte, una al seggio, l’altra per posta, così annulliamo i voti per posta che sono soprattutto dei democratici. Dunque il presidente in carica dà consigli e consulenze per brogli elettorali.

Ma il seme principe e primigenio è quello più caro a Trump, il sostenere ogni giorno che le elezioni presidenziali sono valide solo se Trump vince. “Per batterci devono solo truccare le elezioni, altrimenti non è possibile”. Dunque se vinco io elezioni valide, se non vinco elezioni truccate. E’ la negazione aperta del principio della convivenza civile, è la convinzione profonda di Trump e il suo messaggio alla nazione. Contiene l’invito a ribellarsi ad un risultato elettorato sgradito. Propaganda l’equazione tra vittoria democratica e imbroglio, dichiara illegittimo l’eventuale presidente Biden.

BIDEN: SE VINCE TRUMP LA NOTTE DELLA DEMOCRAZIA USA

Qualche gradino più sotto nella scala del riarmo e mobilitazione per la guerra civile, anche Biden candidato democratico e tutta la campagna dei democratici prepara la parte del paese che non vota Trump a non accettare una sua eventuale rielezione. Trump viene raccontato, non senza ragione, come il presidente che sta smontando, anzi ha smontato, garanzie, equilibrio e reciproco controllo dei poteri. Trump il presidente che aggira la legge, sistematicamente mente, trasforma la democrazia americana in un clan di interessi che sfregia la Costituzione.

IL VOTO POSTALE E I RISULTATI DEL VOTO NEI SEGGI

Voto postale, voto via posta: gli americani lo usano da tempo e non è un’eccezione, è una consolidata modalità di voto. Quest’anno ci si attende che un numero assai maggiore di elettori americani voteranno via posta, complice coronovirus in giro che non invita ad andare al seggio. Si calcola e si prevede che ricorreranno al voto postale soprattutto coloro che sono preoccupati dal coronavirus, quindi non la base elettorale di Trump in non piccola parte negazionista e no mask. Voto postale quindi uguale o in maggioranza voto per i democratici.

Quindi Trump boicotta il voto via posta, non a parole. Toglie soldi all’azienda postale Usa, incoraggia amministrazioni locali a far sparire le cassette postali. Il presidente in carica boicotta il voto che può essergli contrario. Trump ripropone contro il voto democratico oggi una lunga pratica che è stata a lungo pilastro della politica segregazionista di molti Stati del Sud: i neri avevano teoricamente diritto al voto ma dovevano registrarsi e nessuno li registrava, al seggio dovevano andarci ma per strada rischiavano pestaggi, dovevano esibire documentazioni che non venivano loro rilasciate…

MIRAGGIO ROSSO

Rosso è il colore elettorale dei Repubblicani Usa e “miraggio rosso” è stato definito quel che si potrebbe vedere sulla carta dei risultati elettorali la notte del   giorno del voto, a voti espressi nei seggi scrutinati. Rosso perché il risultato dei seggi potrebbe dichiarare presidente Trump per la seconda volta. Miraggio perché sarebbe solo un mezzo voto. Nei giorni successivi il conteggio dei voti espressi per posta ribalterebbe il risultato e dichiarerebbe presidente Biden.

Reggerebbe la democrazia americana a due risultati, a due presidenti? In qualche modo è già accaduto, quando Bush senior divenne presidente dopo lungo, estenuante e contestabile riconteggio su riconteggio: il candidato democratico rinunciò a ricorsi e a richiami al popolo in nome del supremo interesse dell’unità nazionale.

Questo senso dello Stato, questa etica dell’interesse supremo dell’unità del paese da allora è stato lacerato, ferito, rimosso, irriso. Cosa accadrebbe quindi negli Usa se un Trump non rieletto dal voto postale dichiarasse non valido il voto, facesse ricorso e soprattutto lanciasse appello alla mobilitazione alla sua base sociale? Qual è il gioco a cui giocano in Usa: elezioni o guerra civile?