Usa. Potenziata maxi-bomba per colpire impianti nucleari Iran sotto terra

Pubblicato il 3 Maggio 2013 - 19:44| Aggiornato il 9 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – E’ piu’ potente che mai: il Pentagono ha notevolmente potenziato la sua maxi-bomba, la bunker-buster, per renderla capace di raggiungere e distruggere gli impianti nucleari realizzati dall’Iran nel cuore di una montagna e, allo stesso tempo, per rafforzare le leve diplomatiche a disposizione di Washington.

Ma anche per convincere Israele che gli Usa hanno la capacita’ di impedire a Teheran di ottenere armi nucleari, qualora la diplomazia dovesse fallire. Nelle ultime settimane alti funzionari americani hanno mostrato in diverse occasioni a leader militari e civili israeliani video segreti della Air Force in cui si puo’ vedere la capacita’ distruttiva della prima versione della bomba, scrive oggi il Wall Street Journal.

E allo stesso tempo, hanno riferito diplomatici che erano presenti, hanno illustrato i miglioramenti che sono stati apportati alla nuova versione: un ordigno da oltre 13.500 chili chiamato ‘Massive Ordnance Penetrator’ (MOP), per metterlo in condizione di sfuggire alle difese aeree iraniane e raggiungere gli impianti nucleari di Fordow, realizzati vicino alla citta’ di Qom e protetti, oltre che dal granito della montagna, anche da molti strati di acciaio e potenti difese antiaeree.

Nel gennaio dello scorso anno alti funzionari americani avevano rivelato i dubbi tra i militari che l’ordigno allora a loro disposizione potesse effettivamente essere efficace contro gli impianti di Fordow, dove Teheran ha installato migliaia di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. Fino a quel momento il Pentagono aveva investito 300 milioni di dollari per la realizzazione di una ventina di bombe; ma da allora, per migliorare la capacita’ di penetrazione, la precisione dei sistemi guida e le capacita’ di sfuggire alle difese antiaeree delle nuove MOP, sono stati spesi altri 70 milioni, scrive il WSJ.

La precisione e’ peraltro un fattore fondamentale, poiche’ l’idea e’ quella di creare con la prima bomba un cratere, per poi continuare a ‘scavare’ con altre bombe nello stesso punto. Ma oltre che sul piano militare, le MOP dovrebbero rafforzare le capacita’ diplomatiche Usa; e indurre Israele ad aspettare ancora prima di lanciare in autonomia un proprio eventuale attacco contro gli impianti iraniani.

Il fattore tempo e’ ora fondamentale, poiche’ a giugno ci saranno in Iran le elezioni presidenziali, e allora, dai risultati, si potra’ davvero vedere se lo strumento delle sanzioni si rivelera’ efficace. In caso contrario, ci saranno le MOP: ”Speriamo di non doverle mai usare”, ha detto un alto funzionario Usa citato dal WSJ, ”ma se dovremo, non c’è dubbio che funzioneranno”.