Usa. Michelle Obama senatrice dopo la Casa Bianca? I sondaggi dicono sì

Pubblicato il 7 Dicembre 2012 - 11:46 OLTRE 6 MESI FA
La First Lady Michelle Obama

WASHINGTON, STATI UNITI -Prima di diventare candidata alla presidenza nel 2008 ed essere battuta da Barack Obama, che le ha affidato l’incarico di segretario di stato, Hillary Clinton è stata senatrice dello stato di New York dal 2001 al 2009.

Ora sono in molti a chiedersi se anche Michelle Obama seguirà le orme della Clinton puntando a diventare senatrice dell’Illinois, che è lo stato adottivo del marito. E a Chicago già si vedono spuntare cartelli con la scritta ”Michelle Obama for Senator”.

Secondo un sondaggio di Public Policy Polling (PPP) Michelle non avrebbe difficoltà. Allo stato dei fatti, una volta lasciata la Casa Bianca in un match ipotetico contro l’attuale senatore dell’Illinois, Mark Kirk, l’attuale First Lady sarebbe la favorita con il 51% delle preferenze contro il 40% dell’avversario.

Attualmente Kirk e’ in malattia dopo essere stato colpito da un ictus lo scorso gennaio. Anche alcuni democratici, come il deputato della Carolina del Sud James Clyburn, pensano che la First Lady dovrebbe darsi una chance in politica, mentre il marito Barack ospite della trasmissione televisiva ‘The View’ in onda su Abc ha detto che la moglie non ha il temperamento per candidarsi: ma ha aggiunto che tuttavia sarebbe fantastica se decidesse di farlo.

C’è da dire che Michelle non ha mai indicato alcuna propensione ad entrare in politica. Ma su questo argomento è a volte apparsa ondivaga. Quando in varie occasioni le è stato chiesto se fosse interessata, a volte ha risposto ‘assolutamente no’, altre volte ‘probabilmente no’. In ogni caso, è indubbio che se Michelle volesse conquistare il seggio senatoriale dell’Illinois avrebbe la strada in discesa.

L’ipotetico avversario di Michelle è visto positivamente dal 34 per cento degli elettori, mentre il 19 per cento disapprova il suo operato. Nulla a che vedere con i numeri riguardanti Michelle, che ha l’approvazione del 60 per cento e la disapprovazione del 33.