Usa. Fondi neri elezioni, ombre sulla campagna 2008 di Hillary Clinton

Pubblicato il 12 Marzo 2014 - 11:41 OLTRE 6 MESI FA
Hillary Clinton

Hillary Clinton

USA, WASHINGTON – Trema la Washington della politica e degli affari, e rispunta il nome di Hillary Clinton, probabile candidato per la Casa Bianca nel 2016. L’imprenditore Jeffrey Thompson ha ammesso per la prima volta, dopo tre anni di indagini, di aver raccolto e distribuito illegalmente fondi elettorali in violazione alle leggi sul finanziamento ai partiti.

Non solo per favorire nel 2010 l’elezione dell’attuale sindaco della capitale Usa, Vincent Gray, ma anche – sostengono gli inquirenti – per appoggiare un candidato alla presidenza. Candidato che la stampa Usa, in particolare il Washington Post, individua in Hillary Clinton, quando era impegnata nelle primarie democratiche del 2008 contro Barack Obama.

E dalle carte visionate dal Post emergerebbe come sia stata proprio la responsabile della campagna dell’ex first lady, Minyon Moore, a sollecitare fondi illeciti. Fondi da spendere in almeno quattro Stati dove la lotta per le primarie era piu’ combattuta (Texas, Pennsylvania, Indiana, North Carolina) e a Porto Rico. Questo, almeno, secondo quanto raccontato da Thompson, che parla di oltre 600 mila dollari spesi per arruolare ‘galoppini’ e acquistare materiale elettorale. In totale si parla di oltre 3,3 milioni di dollari in donazioni non dichiarate fatte da Thompson, andati a piu’ di 28 politici e candidati. Nel mirino in particolare c’e’ proprio il sindaco Gray, che secondo il procuratore federale “sapeva” dei fondi illegali”.

E ne avrebbe persino fatto richiesta diretta al businessman che chiamava in codice “zio Earl”. Sulla Clinton il Post sottolinea come la vicenda fosse già venuta fuori a settembre, e come al momento non ci sia alcuna prova che la Clinton fosse consapevole di eventuali comportamenti illegali o sapesse delle donazioni fuori legge. Fatto sta che la vicenda rischia di essere una mina vagante sulla strada che dovrebbe portare l’ex segretario di Stato a scendere di nuovo in campo per la Casa Bianca.

Thompson, 58 anni, e’ uno spregiudicato affarista ben conosciuto a Washington. Ha diversi contratti di lavoro con la città, per un totale di oltre 300 milioni di dollari l’anno. Secondo gli atti dell’accusa, avrebbe dirottato 668.800 dollari a “un candidato politico alla poltrona di sindaco, coordinandosi con lo stesso candidato”. “Sono bugie, tutte bugie”, ha replicato in una intervista televisiva Gray, che tra l’altro si sta ricandidando alla guida della capitale federale.

Le primarie tra i democratici per le prossime elezioni a sindaco partono proprio la prossima settimana. Il procuratore federale che conduce le indagini, Ronald Machen, ha quindi affermato che le indagini sull’attività di Thompson proseguono e che nuove incriminazioni potrebbero arrivare a breve. Perche’ “elezione dopo elezione – ha detto – Thompson si e’ incontrato a porte chiuse con candidati corrotti per dirottare milioni di dollari delle aziende in una serie di elezioni politiche locali e nazionali”.