Usa, il Pentagono rilancia il nucleare: la Russia sta preparando l’arma finale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Febbraio 2018 - 07:44 OLTRE 6 MESI FA
Il Pentagono (foto Ansa)

Il Pentagono (foto Ansa)

ROMA – Gli Stati Uniti rilanciano il nucleare con un nuovo piano che prevede lo sviluppo di testate nucleari a potenza ridotta, anche di un solo kilotone (17 volte meno potente della bomba sganciata il 6 agosto 1945 su Hiroshima) per effettuare attacchi chirurgici con numero ridotto di vittime, con l’obiettivo di danneggiare il nemico senza per forza innescare una rappresaglia termonucleare da “fine di mondo”.

Il presidente Donald Trump sottolinea come il documento (Nuclear Posture Review), scaturito dalla verifica da lui richiesta un anno fa nei primissimi giorni alla Casa Bianca, “affonda le sue radici in una valutazione realistica nell’ambito della sicurezza globale, nella necessità di avere un deterrente verso l’uso delle armi più distruttive del mondo e dell’impegno da parte del nostro paese alla non proliferazione nucleare”.

“Abbiamo consistenti indizi che la nostra attuale strategia sia percepita dai russi come potenzialmente inadeguata a fermarli”, ha sostenuto Greg Weaver, vicedirettore delle capacità strategiche allo Stato Maggiore, secondo il quale “gli Usa e la Nato hanno bisogno di un più ampio range di credibili ordigni nucleari a bassa intensità per fare una cosa specifica: convincere i vertici russi che se dessero il via al ricorso limitato di ordigni atomici, in una guerra con l’Alleanza Atlantica, la nostra risposta negherà loro di raggiungere l’obiettivo che cercano (non farci rispondere con lo stesso tipo di armi, ndr) ed imporre loro costi che supereranno i benefici cui puntano”.

Il Pentagono è convinto che la Russia stia sviluppando una nuova arma atomica di immensa potenza e impossibile da intercettare: conosciuto come ‘Status-6 AUV’, nome in codice Kanyon, è un drone-sottomarino delle dimensioni di un mini-sommergibile in grado di trasportare un singolo ordigno della potenza “monstre” di 100 megatoni, 2 volte la “bomba Zar” (la più potente mai fatta detonare nell’atmosfera dai russi nel 1961), della cui esistenza Washington ne parla dal 2016.