
L'EDICOLA, Il Corriere: "Cina, dazi al 145%: cade Wall Street". Repubblica: "Wall Street a picco non crede a Trump". Il Fatto: "Chi è spiato in Italia? Lo sanno gli israeliani" - Blitz Quotidiano
Anche oggi in apertura quasi tutti i quotidiani si dedicano ai dazi, al confronto commerciale fra Stati Uniti e Cina, con l’aumento fino al 145 % dei dazi, agli effetti sulle Borse mondiali e alla decisione dell’Unione Europea di sospendere i dazi decisi verso gli Stati Uniti per avviare una trattativa commerciale. “Cina, dazi al 145%: cade Wall Street”, titola Il Corriere della Sera. “Wall Street a picco non crede a Trump”, è l’apertura di Repubblica. “Chi è spiato in Italia? Lo sanno gli israeliani”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Cina, dazi al 145%: cade Wall Street” (Il Corriere della Sera).
“L’ex amico a Pechino”. L’editoriale di Federico Rampini: “Lo storico britannico Adam Tooze osserva con ironia: «Di colpo, il fatto che a divorziare siano solo le due economie più grandi del mondo, America e Cina, viene accolto con un sospiro di sollievo». Si riferisce alla strana tregua annunciata da Donald Trump, per cui sul resto del mondo restano «solo» dazi al 10%, mentre «solo» la Cina viene colpita da tasse doganali quattordici volte superiori. Intanto i mercati sono ansiosi, gli investitori si chiedono se ci sia del metodo in questa follia, governi alleati e imprese implorano qualche certezza per il futuro. Solo una cosa al momento sembra sicura: tra Washington e Pechino il gelo permane”.
L’intervista al presidente del Ppe Manfred Weber: “Siamo potenti. Siamo un continente enorme. Possiamo difendere i nostri interessi nel mondo di domani basandoci su relazioni solide e sul libero scambio. Nessuno di noi, Germania, Francia, Italia è abbastanza grande da difendere i propri interessi da solo, dobbiamo stare uniti e questo è lo spirito che vedo nel governo italiano con Meloni e Tajani. I dazi imposti dagli Stati Uniti sono dannosi per tutti. Quindi il nostro messaggio agli Stati Uniti è: per avore, fermatevi. L’idea è riportare Washington al tavolo dei negoziati. La reazione europea è equilibrata, in modo da non innescare un’escalation come quella che sta avvenendo tra Stati Uniti e Cina. Noi siamo responsabili. Ma l’Europa non può essere messa sotto pressione dall’amministrazione statunitense. Chiediamo il rispetto di dialogare nel merito”.
L’intervista al presidente del Veneto Luca Zaia: “Arrabbiato dopo la Consulta? Assolutamente no, non mi aspettavo onestamente un colpo di scena. Trovo però ipocrita questo modello tutto italiano per cui esistono limiti di mandato solo per alcuni presidenti di Regione
e alcuni sindaci. Ci troviamo oggi con solo 15 presidenti di Regione su 21 che hanno il limite, gli altri sei possono continuare il loro lavoro. E lo stesso dicasi per i sindaci. Se hai fino a 14.999 abitanti non c’è lo stop. La motivazione di una parte della politica, che si concentri troppo potere, è inaccettabile. Offende me e offende i cittadini, che non sono degli idioti e sanno scegliere se confermare o mandare a casa un amministratore. Certo che si può lasciare. Le leggi vanno rispettate. Ma in democrazia è ancora concessa la libertà di espressione. I limiti o valgono per tutti o per nessuno. Il popolo deve sentirsi rappresentato. Impedire ai cittadini di scegliere è una grave limitazione”
“Wall Street a picco non crede a Trump” (La Repubblica).
L’intervista al ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani: “Noi l’abbiamo detto dall’inizio che i dazi erano un errore non solo per l’Italia, ma per l’Occidente. Anche la mossa dell’Ue di sospendere le proprie tariffe conferma che prima di avviare a una contro-guerra commerciale è meglio usare la diplomazia. Meloni andrà a Washington a testa alta, in modo determinato, per affrontare i dossier internazionali. Il primo obiettivo è difendere l’interesse dell’Italia, che è un Paese esportatore. Poi se questo viaggio può aiutare a portare meno dazi o, ancora meglio, zero dazi, è un bene per tutta l’Ue, anche le altre cancellerie l’hanno capito”.
“Trump, la scoperta dell’Europa” (La Stampa).
L’intervista al ministro agli Affari Europei Tommaso Foti: “Questo governo ha sempre detto che le mosse di Trump erano un’evidente modalità per aprire una trattativa. Credo che il presidente americano abbia giocato le sue carte: ha fatto ciò che riteneva utile per il suo interesse. La richiesta generalizzata di privilegiare il dialogo gli ha probabilmente offerto il pretesto per cambiare rotta. Che il presidente americano sia imprevedibile non è una novità. Comunque, in America ha ricevuto la fiducia popolare. L’Italia deve avere una sua strategia, inserita in quella europea. Se la politica dei dazi continua, l’Ue dovrà reagire. La stella polare deve essere superare questa fase e rafforzare la coesione dell’Occidente”.
“Dazi, la Ue tratta con la Cina” (Il Messaggero).
“Quando la legge del mercato non basta”. L’editoriale di Angelo De Mattia: “È la vittoria del mercato, della mano invisibile (ma non troppo): è ciò che ci dice l’indietreggiamento di Trump con la sospensione per 90 giorni dell’applicazione dei dazi, nei riguardi di 75 Paesi che finora non hanno adottato misure ritorsive (Unione europea compresa), e l’assoggettamento al 10 per cento dei dazi reciproci. È un segnale che il mercato dà all’amministrazione americana e, in generale, ai governi: certi limiti non si possono superare; occorre un bilanciamento adeguato tra le scelte del decisore pubblico e la libertà dei mercati che comunque sono e devono essere regolati; è fondamentale la tutela del risparmio come importanti sono le certezze per investitori e operatori”.
“Escalation con la Cina, Wall Street crolla. I Dem Usa: indagare su insider di Trump” (Il Sole 24 Ore).
“Anche Wall Street ora scarica Trump” (Il Giornale).
“Stallo e strisce” (Il Manifesto).
“Chi è spiato in Italia? Lo sanno gli israeliani” (Il Fatto Quotidiano).
“Inseguendo una libellula…”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Inseguendo la pace giusta verso la disfatta ineluttabile: è il saggio di Gianandrea Gaiani su Analisi Difesa che, per completezza e spietatezza, consigliamo ai nostri guerrapiattisti. 1. Mentre Trump, ben informato del disastro ucraino, sa di avere poco tempo, le “volenterose” Francia e Gran Bretagna (le due potenze atomiche europee) lavorano per sabotare i negoziati…”.
“Il Pd: guai se la Meloni ottiene vantaggi per l’Italia da Trump” (La Verità).
“La corsa all’oro” (Libero).
“Le Borse non si fidano più di Trump. Dazi più alti alla Cina, Wall Street giù” (Domani).