Ciavardini, ex Nar: “Stimo Silvia Pesante e basta. Cooperative pulite”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Dicembre 2014 - 12:13 OLTRE 6 MESI FA
Ciavardini, ex Nar: "Stimo Silvia Pesante e basta. Cooperative pulite"

Silvia Pesante

ROMA – Luigi Ciavardini, ex Nar condannato a 30 anni per la bomba alla stazione di Bologna di 30 anni fa, sempre dichiaratosi innocente, dal 2009 in semilibertà, ha detto la sua a Maria Elena Vincenzi di Repubblica. Maria Elena Vincenzi inquadra la situazione.

Luigi Ciavardini “ha fondato, come Salvatore Buzzi, un’associazione per il reinserimento dei detenuti, il Gruppo Idee. Il suo nome compare anche nelle carte di Mafia Capitale: Mario Zurlo, uno degli indagati, parla di lui e di un suo legame con la ex direttrice del carcere di Frosinone, Silvia Pesante, finalizzato ad aggiudicarsi lavori nel penitenziario”. Luigi Ciavardini replica: “Le cooperative non sono tutte come quella di Buzzi. Molte sono pulite. Io ho sempre lavorato gratis o con piccolissimi finanziamenti. Questa inchiesta non può e non deve scalfire il lavoro di tanta gente”.

Questa inchiesta però ha scoperchiato il marcio che si nascondeva dietro la facciata dell’impegno sociale, osserva Maria Elena Vincenzi. Replica Luigi Ciavardini:

“A patto che non si pensi che il modo di lavorare delle cooperative di detenuti è quello di Buzzi. Detta da me può sembrare una battuta: ma non si può fare di tutta l’erba un fascio”. Che legame aveva con la direttrice del carcere di Frosinone? “È una persona che ho conosciuto per lavoro e ha sempre dimostrato grande professionalità. Spesso capita di stabilire relazioni, senza che questo sporchi il lavoro di nessuno”. È vero che eravate amici? “Amica è una parola che può essere male interpretata. È di sicuro una persona che gode della mia stima. Mi dispiace che questa cosa le abbia creato disagio”. E con Zurlo, Riccardo Brugia e Massimo Carminati, tutti ex Nar come lei, che rapporti ha? “Con Zurlo e Brugia ci siamo conosciuti in carcere. Carminati credo di averlo incontrato una sola volta nella vita2. E la Banda della Magliana? “Allora noi eravamo in carcere. È una storia complicata: a vederla oggi posso dire che un conto era avere a che fare con alcuni delinquenti di strada come è accaduto a noi, un conto con una banda che certo aveva scopi diversi dai nostri”. Ha mai avuto a che fare con Buzzi? “Noi siamo sempre stati ostacolati perché non eravamo collegati alle loro attività”. Come è finito nelle intercettazioni? “Per il presunto passato in comune con gli ex Nar. Non certo per il presente. Io, per quello che riguarda il mio lavoro di oggi, non ho nulla di cui vergognarmi. Se ora tutto questo deve essere infangato perché sono un ex estremista di destra, fate pure. Ma io mi sono fatto 30 anni di galera, non sono scappato. E questa è la dimostrazione migliore del reinserimento”.