Cpl Concordia. Per la Procura: Voto di scambio e certificati antimafia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Aprile 2015 - 15:11 OLTRE 6 MESI FA
Cpl Concordia. Per la Procura: Voto di scambio e certificati antimafia

Cpl Concordia. Per la Procura: Voto di scambio e certificati antimafia

ROMA – Un sistema corruttivo ben strutturato. E mantenuto da un circuito finanziario “opaco”. Tutto partiva in Tunisia e consentiva agli indagati di disporre di soldi in nero. Così funzionava, almeno secondo le accuse, l’organizzazione della Cpl Concordia, la coop rossa coinvolta nell’inchiesta che ha portato in carcere 9 persone tra cui il sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino e diversi dirigenti della Coop.

Sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini e Fulvio Bufi descrivono carte alla mano cosa gli investigatori contestano agli esponenti della Coop:

Per le certificazioni antimafia la «Cpl Concordia» poteva contare sull’assistente del prefetto di Modena. Per l’agevolazione nelle procedure degli appalti si rivolgeva invece a politici e amministratori pubblici, mentre alti esponenti delle forze dell’ordine erano a disposizione per fornire informazioni sulle indagini in corso.
I carabinieri del Noe lo evidenziano nell’informativa consegnata ai magistrati della procura di Napoli che hanno chiesto e ottenuto l’arresto del sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino, dei vertici della cooperativa, compreso il presidente Roberto Casari, e del consulente Francesco Simone per associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti, riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti. E denunciano l’esistenza di «un sistema criminale che ruota intorno alla “Cpl”» inserendo episodi e circostanze per dimostrare il rapporto affaristico tra la cooperativa e le istituzioni.

Ma nelle carte dell’inchiesta, sempre secondo Sarzanini e Bufi, ci sarebbe anche il voto di scambio:

Esplora il significato del termine: Nelle oltre diecimila pagine di allegati all’ordinanza di custodia cautelare vengono evidenziate le procedure che avrebbero consentito alla cooperativa modenese di essere favorita in alcune gare di appalto. Scrivono gli investigatori: «Le indagini effettuate anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali hanno consentito di rilevare elementi che hanno evidenziato come Francesco Simone abbia costruito un assetto associativo ad una complessa rete di relazioni interpersonali con esponenti di rilievo del mondo imprenditoriale e politico che utilizza d’intesa con i vertici della predetta società, anche attraverso il voto politico di scambio, come strumento attraverso il quale perseguire ingiusti profitti, turbando la libertà degli incanti e più in generale l’assegnazione di appalti attraverso un articolato sistema corruttivo alimentato da un circuito finanziario “opaco” localizzato in Tunisia che consente di disporre di somme di denaro “in nero” ad hoc destinate».

Per gli appalti, invece, funzionava così. Sempre secondo le accuse riportate dal Corriere:

Il 20 novembre scorso viene effettuata una perquisizione nella sede romana della «Cpl». L’elenco degli oggetti sequestrati nell’ufficio di Simone comprende: «Un’agenda in pelle colore rosso con il logo della Presidenza del Consiglio dei ministri contenente vari fogli; una cartellina in cartoncino bianco con scritta Senato della Repubblica contenente vari documenti; una nota dell’avvocato; un foglio “Releve de compte”; fogli riportanti Iban bancario per la società “Tunita sarl” dal 20 ottobre 2013 al 14 gennaio 2014».
Dall’ufficio del direttore commerciale Nicola Verini viene invece portato via: «Borsa contenente varia documentazione relativa a bandi di gara della Regione Campania, cartellina blu con la dicitura “Pratica di Mare 2014”, cartellina colore nero con all’interno documentazione inerente il bando di gara con la Regione Campania; agenda di pelle nera contenente vari appunti; opuscolo riportante i lavori presso l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù; elenco delle attività della “Cpl Concordia nella regione Lazio”».