Ecco le carte del bluff di Renzi. Maurizio Belpietro, Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Giugno 2014 - 13:27 OLTRE 6 MESI FA
La prima pagina di Libero

La prima pagina di Libero

ROMA – “È ufficiale – scrive Maurizio Belpietro di Libero – Carlo De Benedetti è passato all’opposizione del governo Renzi. Il magnate con la tessera numero uno del Pd non si è ancora iscritto a Forza Italia, ma secondo i ben informati si tratterebbe di questione di giorni”.

Del resto non si spiegherebbe diversamente la clamorosa inversione ad U dei giornali posseduti dall’imprenditore. Dopo essersi invaghiti per mesi del presidente del Consiglio, tanto da rischiare l’adulazione, nei giorni scorsi gli organi del gruppo Espresso hanno compiuto una clamorosa virata. Ha cominciato il settimanale che dà il nome alla casa editrice, pubblicando come abbiamo riferito ieri una copertina dal titolo inequivocabile: «Cinque miliardi di tasse in più». Un’accusa senza sconti al governo di aver fatto il contrario di quanto promesso. Poteva sembrare una stecca nel coro da parte del periodico, ma invece ecco che ieri il quotidiano gemello ha rincarato la dose. Prima pagina di Repubblica, taglio basso: «Gli 80 euro rimangono nel portafoglio, dal bonus impatto zero suiconsumi».

Una notizia introvabile sugli altri giornali, ma che in pratica decreta il fallimento dell’operazione simpatia dell’ex Rottamatore. Come è noto, per rilanciare il commercio e non la sua immagine personale in vista delle europee, MatteoRenzihadecisodimettere inbusta paga 80 euro netti al mese per tutto il 2014. Costo dell’operazione, circa 10 miliardi. Una spesa non di poco conto per il nostro già sofferente bilancio,ma che il presidente del Consiglio ha giustificato sostenendo che quei soldi avrebbero fatto ripartire l’economia, perché i beneficiari spendendoli avrebbero fatto crescere i consumi, ovvero la domanda interna, con tutto ciò che ne consegue in termini di Pil.

In realtà, a un mese di distanza dall’elargizione si scopre che ad essere aumentato è solo il consenso del premier, perché sugli acquisti e dunque sull’economia il bonus ha avuto un impatto paria zero. Ribadiamo: lo dice Repubblica, non Libero. Ma se il giornale più vicino a Renzi spara su Renzi una ragione ci dev’essere.

O De Benedetti non ha ottenuto ciò che sperava o le speranze che l’ex sindaco fosse la persona giusta per rilanciare il Paese cominciano a vacillare.Per altro l’articolo sull’inefficacia delle misure varate da Palazzo Chigi per far ripartire l’economia non è isolato in quanto nell’edizione di ieri del quotidiano debenedettiano non era il solo a manifestare dubbi sull’operato del governo.

Se il bonus occupava parte della prima pagina e una di quelle interne, a fianco era ospitata un’apertura dedicata al fallimento del vertice di Bruxelles. A differenza di colleghi specializzati nel suonare il violino per il presidente del Consiglio, Federico Fubini riferiva i risultati della missione europea del premier.

Riportiamo testualmente affinché non si dica che carichiamo i toni allo scopo di criticare il governo. Il collega di Repubblica (ben introdotto nelle cose di Bruxelles per aver fatto a lungo il corrispondente di varie testate dalla capitale europea) ricostruiva i passaggi della trattativa sulla flessibilità di bilancio e alla fine concludeva che l’Italia non ha ottenuto quel che chiedeva, ovvero la possibilità di ignorare i parametri imposti dalla Ue per poter finanziare la crescita. Dunque, quello che viene dato in pasto all’opinione pubblica da alcune fonti interessate è tutt’altro che corrispondente al vero.

Di più: secondo Fubini a questo punto in autunno si renderà indispensabile una manovra correttiva dei conti pubblici, per coprire – testuale – «il bonus Irpef e gli altri impegni presi dal governo ». In pratica il collega di Repubblica conferma ciò che noi abbiamo sempre sostenuto, ovvero che i famosi 80 euro messi in busta paga a 11 milioni di italiani fossero fatti a debito e presto avrebbero richiesto di essere finanziati per tramite di nuove tasse o nuovi tagli.

Non c’era nessun tesoretto e neppure alcun risparmio alla base del bonus, ma solo l’esigenza di Renzi dimostrare un’inversione di rotta in vista della scadenza elettorale. Diciamo che si è trattato di un gioco di prestigio che avrebbe dovuto indurre i contribuenti ad aver fiducia. Tuttavia, a distanza di un mese dalle elezioni europee, l’ottimismo immaginato dal presidente del Consiglio pare non esserci e con esso neppure l’agognata ripresa. Secondo Fubini il Consiglio europeo sarebbe molto scettico sulla politica del governo e nei documenti ufficiali avrebbe richiamato l’Italia a fare il contrario rispetto a ciò che promette Renzi.

Altro che maggior flessibilità, per il Consiglio europeo semmai c’è bisogno del contrario. Però la vera novità dell’attacco sferrato da Repubblica contro l’inquilino di Palazzo Chigi è l’entità della manovra correttiva. Non si tratterebbe di venti miliardi com’era stato ipotizzato da più parti, Libero compreso. In queste ore la stangata sarebbe già salita a 25 miliardi, segno evidente che la situazione è peggiore rispetto a quella immaginata. Insomma, passata la sbornia demorenziana, qualcuno sta ricominciando a far di conto, non fidandosi delle sole parole del premier. Si può infatti dire di tutto dell’ingegner De Benedetti e anche non averne grande stima,ma possiamo assicurare che quando ci sono dimezzo i suoi interessi, l’editore di Repubblica i conti li sa far benissimo.

A causa delle sciagurate operazioni nel settore energetico i suoi finora sono in rosso,ma purtroppo non fanno ben sperare neppure quelli del Paese. Ma in questo caso a far arrossire sono le troppe promesse del presidente del Consiglio. A parole il premier dopo ogni incontro mostra un bilancio da Oscar, nei fatti nascondei risultati di un buco nell’acqua. Fino a quando?