Gli ex Ds sfrattano i circoli del Pd. Giovanna Casadio, Repubblica

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Giugno 2014 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA
L'articolo di Repubblica

L’articolo di Repubblica

ROMA –  “Con 10 milioni di buco – scrive Giovanna Casadio di Repubblica nel bilancio 2013, il flop già previsto del 2 per mille ai partiti che nella direzione dem di venerdì il tesoriere Francesco Bonifazi ha ammesso – sulla testa del Pd arriva la tegola dello sfratto ai circoli. Non è solo l’ennesima botta, in tempi di vacche magre. È la vecchia ferita politica che si riapre. A sfrattare i circoli morosi sono infatti le Fondazioni dei Ds, cassaforte del patrimonio che fu dei comunisti, proprietarie degli immobili”.

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Il compagno Ugo Sposetti, alla guida dell’Associazione Berlinguer che le raccoglie, non vuole sentire parlare del vecchio e del nuovo: «Ma quando mai!». E diffida chiunque pensi che sfrattare i circoli del Pd morosi dai locali di proprietà delle Fondazioni Ds sia uno sgambetto politico al PdR, il Pd di Renzi.
Mille e ottocento sono i circoli dem ospitati negli immobili delle Fondazioni diessine di tutt’Italia. E almeno 500 sono sotto sfratto. O lo saranno. Non pagano e hanno accumulato un bel po’ di debiti. Ora le Fondazioni passano all’incasso. Una ripicca? «Se non pretendessimo il pagamento degli affitti saremmo accusati di finanziamento illecito al partito», replica Sposetti. E va da sé, che lui, il tesoriere dei Ds – cioè degli eredi del Pci scomparsi politicamente, ma vivi e vegeti patrimonialmente – non finanzierà, illecitamente o meno, il PdR. D’altra parte quando avvenne il matrimonio Ds-Margherita, il compagno Ugo valutò con D’Alema e Bersani che sarebbe stato un matrimonio in separazione di beni. Da qui le 57 Fondazioni con i loro 2.400 immobili.
A Napoli, quartiere Stella, 12 mila euro di morosità: sfrattati. A Ercolano i debiti ammonterebbero a 20 mila euro, e lo sfratto è dietro alla porta. A Pomigliano l’arretrato di affitto è di un anno: neppure tanto male. Sposetti stesso, che è presidente della Fondazione napoletana “Gerardo Chiaromonte” racconta di quei dem che non hanno pagato il condominio, hanno avuto l’ingiunzione e alla fine l’immobile è stato messo all’asta. Franco Cazzaniga, responsabile della Fondazione milanese “Elio Quercioli”, sta cercando di attutire il colpo: evitare traumi e polemiche. Quindi ha concordato con dieci circoli – da Cologno monzese a quello cittadino di Porta Genova – un percorso di rientro con dilazioni di pagamento: «Ci sono situazioni di sofferenza e certo c’è una certa tensione». Su 72 circoli ospitati, quaranta sono in difficoltà. E con Imu, Tasi eccetera – spiega Cazzaniga – non si può sgarrare. Quindi lui ha adottato il metodo di chiamare a rapporto dopo tre mesi i morosi: le ultime lettere di sollecito partite qualche settimane fa sono venti. Ma dalle parti di Monte Brianza si è dovuto vendere. Cazzaniga si è inventato anche il circolo doubleface: attività politica e poi un locale affittato a un privato. Così le cose si tengono in bilico.
Un paio di mesi fa le Fondazioni hanno stabilito insieme un tariffario degli affitti: oscilla dai 20 ai 26 euro a metro quadro all’anno. Prezzo politico, però niente morosi. A Genova Ubaldo Benvenuti ironizza: «I compagni credono che ci sia l’Oro di Mosca». La strategia è quella di non esasperare le situazioni ma il circolo “Centro storico” deve darsi una mossa. Caotica a Roma la situazione. Carlo Cotticelli, buon emulo di Sposetti, preferisce valorizzare le cose che funzionano. Ad esempio la Casa del popolo di Ostia che fa un sacco di iniziative e non ha problemi finanziari. È allora Roberto Morassut, deputato romano, a vuotare il sacco: «A Roma c’è un disordine totale, le iscrizioni sono talvolta opache e molti circoli non sono finanziariamente liberi ».
Anche se i circoli emiliani e romagnoli sono sempre meglio messi degli altri, Mauro Roda, a capo della Fondazione 2000, invita a comportarsi come «il buon padre di famiglia». E mette le mani avanti («io sono del Pd, eh»). Ma sulla sede del Pd di Bologna in via Rivani si trascinano le polemiche: costa 100 mila euro all’anno tra tasse e costi di gestione e per Roda sono troppi. Sandra Zampa, portavoce di Prodi, deputata dem, dice che loro militanti avevano chiesto uno sconto d’affitto. Niente. «Bisognerebbe finirla. Al Pd dovevano andare onori e oneri da Ds e Margherita».