Rassegna stampa. Dall’Italia decollano i droni per Bengasi. Trovato il regista del film

Pubblicato il 14 Settembre 2012 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA
Il Corriere della Sera 14-9-12

Obama di fronte alla furia islamica. Il Corriere della Sera: “Dall’Italia decollano i droni per la caccia ai terroristi di Bengasi”. La lunga notte di una riforma. Editoriale di Michele Ainis:

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Per approfondire: Assalto Bengasi, presi 4 sospetti. Assediate ambasciate Usa in Egitto e Yemen

“La tela di Penelope si cuce di giorno, si disfa nottetempo. Ora è di nuovo notte, e nulla ci assicura che la legge elettorale vedrà mai le luci del mattino. I partiti di maggioranza ne avevano promesso il battesimo entro giugno, poi a luglio, poi a settembre; però anche questo mese sta volando via, come una rondine davanti ai primi freddi. E allora meglio prepararci al peggio, meglio attrezzarci per resistere all’inverno della democrazia italiana. 
Perché è questa la stagione che ci attende, se i partiti ci costringeranno a votare per la terza volta col Porcellum. In assenza del popolo, ne prenderà le veci il populismo. Avremo due Camere amputate (nell’autorità, non nei posti a sedere: la riduzione dei parlamentari è l’ennesima promessa tradita dai politici). Questo Parlamento dimezzato ospiterà tuttavia un partito raddoppiato, grazie al superpremio di maggioranza: 55% dei seggi, quando attualmente nessuna forza politica supera il 25% dei consensi. Infine verrà delegittimato anche il prossimo capo dello Stato, eletto da un Parlamento ormai negletto”.

Gli occhi elettronici dei Global Hawk Usa alla caccia dei terroristi. Articolo di Marco Nese:

“Ogni centimetro quadrato della Libia è scandagliato dagli occhi elettronici dei Global Hawk. Questi aerei senza pilota, cosiddetti droni, sono i più potenti strumenti di sorveglianza del mondo. Partono dalla base militare di Sigonella, in Sicilia. 
La caccia agli uomini che hanno ucciso l’ambasciatore americano Chris Stevens è perciò condotta in buona parte dagli americani stanziati sulla costa siciliana. Davanti alla quale incrociano da ieri anche due cacciatorpediniere americane, la Uss Laboon e la Uss McFaul, armate di missili Tomahawk.
Il Global Hawk è l’ultimo gioiello tecnologico, il più importante anello nella catena della «smart defence», la difesa intelligente. A differenza degli altri droni, il Global Hawk è enorme, con la sua apertura alare di 40 metri sembra un jumbo. Può rimanere in volo per 36 ore filate”.

Un regista-fantasma e attori raggirati. Tutti i misteri del film. Scrive Massimo Gaggi:

“Il sedicente ebreo israeliano Sam Bacile, il responsabile della produzione del film che descrive Maometto come un mascalzone e un pedofilo, è in realtà Nakoula Basseley Nakoula, un cristiano copto di 55 anni, forse di origine egiziana, che vive a Cerritos, un sobborgo di Los Angeles. Sarebbe comunque stato nei mesi scorsi in Egitto (dove molti copti sono caduti, vittime dell’estremismo musulmano) a raccogliere fondi.
«Realtà» è parola da usare con cautela in questa storia, ancora in parte oscura: un regista-fantasma, un produttore che cambia identità, attori che si dicono truffati ma non si fanno vedere (tutti salvo uno). Ora spunta anche un’«eminenza grigia»: Morris Sadek, un attivista egiziano che vive negli Usa, in Virginia, titolare del sito Web dei gruppi copti: un avvocato che sarebbe il vero promotore dell’iniziativa. E un film, Innocence of the Muslims, che nessuno ha mai visto. Solo il trailer: immagini amatoriali, atmosfera da «porno soft», con la figura del Profeta ridicolizzata: un truffatore donnaiolo che abusa dei minori”.

La Repubblica 14.9.12

La Repubblica: “Islam, America sotto assedio”. La responsabilità. Editoriale di Barbara Spinelli:

“Perché è potuto succedere tutto questo? Perché in un paese, la Libia, che abbiamo aiutato a liberare? In una città, Bengasi, che abbiamo salvato dalla distruzione?» Dall’attentato alle Torri sono passati undici anni, e l’angoscia resta muta, quasi l’occhio non vedesse che orrore e buio.
Ancora una volta si risponde con le armi o con i droni, ma la parola è lenta a venire. Ieri Hillary Clinton ha denunciato il video anti-Islam, ma l’attonimento iniziale è significativo. L’occidente lancia al mondo la sua domanda — Perché non ci amate? — e mai fornisce una risposta, mai lo sguardo smette d’appannarsi, disperatamente miope. Il male è nero, e il nero non è dicibile. C’è il rischio di giustificarlo, se provi a vederlo, a capirlo. C’è il rischio di sovvertire il bene di cui ti credi l’artefice: le rivoluzioni arabe, le primavere democratiche, la guerra senza screzi in Libia. Il dilemma è comprensibile: se fai «parlare» il male, gli dai diritto di parola e di esistenza”.

Una rete sgretolata e senza leader così Al Qaeda ha perso il suo primato a Bengasi l’opera di “cani sciolti”. L’inchiesta di Jason Burke:

“Se c’è stata una costante nelle lunghe, sanguinarie e confuse guerre alle quali abbiamo assistito dagli attentati dell’11 settembre 2001 in poi, è una semplice domanda: che cos’è Al Qaeda? All’indomani della morte dell’ambasciatore americano in Libia nel corso di un attentato perpetrato a quanto sembra da militanti ben organizzati che hanno preso a pretesto una manifestazione contro un film anti-islamico, torniamo a porci la stessa domanda. Ma la risposta, come sempre, è complessa. Non esiste un’unica Al Qaeda e i numerosi e disparati elementi che la compongono si trasformano anch’essi con eccezionale rapidità. Qualsiasi descrizione del fenomeno rischia pertanto di diventare subito obsoleta. L’unica cosa che possiamo sperare è che un’istantanea della sua natura in un momento preciso ci aiuti a spiegare eventi come quelli accaduti a Bengasi”.

Il Giornale: “E adesso il Pd è morto”. Editoriale di Alessandro Sallusti:

“Vigliacco che i soliti analisti politici ne azzec­chino una. Avevano prima profetizzato e poi sentenziato che il Pdl sarebbe esploso in mille pezzi. Fiumi di parole e d’inchio­stro per celebrare il funerale di un partito che, alla fac­cia loro, e nonostante vistosi acciacchi, naviga nei son­daggi attorno al 22 per cento, saldamente in mano al suo leader storico Silvio Berlusconi. A saltare in aria è invece la sinistra, che già stava marciando in carrozza verso Palazzo Chigi. Da ieri il Pd, così come lo cono­sciamo, non c’è più. Morto, sepolto e ridicolizzato da quel furfante di Matteo Renzi che, annunciando la sua discesa in campo nelle primarie contro Bersani e gli al­tri oligarchi, al grido di “Adesso”, ha dato il via a una scissione senza ritorno. Adesso ci sono quattro sini­stre (quella di Bersani, quella di Renzi, quella di Ven­dola e quella di Di Pietro) incompatibili tra loro che do­vranno spartirsi il solito elettorato, che per di più è at­tratto pure da Grillo. Ma il Renzi, che è furbo e ambizioso, tenta il colpac­cio di prendersi tutto il piatto. E, sapendo che è impos­sibile, si rivolge anche all’elettorato di centrodestra: verrò a prendervi – ha detto il sindaco di Firenze – uno per uno e vi prometto meno tasse, niente Monti e più libertà”.

E se lasciassimo i popoli liberi di deci­dere. Scrive Marcello Veneziani:

“Lo dico dopo l’agguato sanguinoso di Bengasi, ma lo scrivevo già prima.Se facciamo un bilancio complessivo del ventennio e più del nostro interventi­smo, dall’Irak alla Libia, dall’Afghani­stan al Libano e ai Balcani, i danni sopra­vanzano i vantaggi: più vittime, più traffi­co d’armi, più costi umani e militari, più violenza contro l’ingerenza nostra, più terrorismo di ritorno. Ogni corso forzato di occidentalizza­zione ha prodotto la spinta opposta, la ra­dicalizzazione dell’islamismo. Ne è val­sa la pena? Non penso che la Tunisia, l’Egitto,la Libia stiano meglio oggi di ieri, e in ogni caso lasciate che siano loro a de­ciderlo.
Abbiamo contribuito a devastare l’Irak, abbiamo esacerbato i rapporti con l’Iran,non abbiamo risolto il caso af­ghano e siamo impotenti davanti al caso siriano. Non sarebbe meglio difendere con le armi chi ci colpisce con le armi, ma senza andare a giocare sul suo terreno, a sfruculiare i fanatici con le missioni uma­nitarie, bombe incluse?
Non partecipiamo allo scontro dittato­ri- fanatici, o meglio mezze dittature e mezzi integralismi. Risparmiamoci san­gue, soldi e odio”. 

Il Fatto Quotidiano: “La consulta spiffera: ha ragione Napolitano”. La corte cortigiana. Editoriale di Marco Travaglio:

“Chi l’avrebbe mai detto: la Corte costituzionale – informa l’Ansa con sei giorni di anticipo sul verdetto – dichiarerà ammissibile il conflitto di attribuzioni del presidente della Repubblica contro la Procura di Palermo. Ma va? Che sorpresona. Franco Cordero ha più volte spiegato che il conflitto è inammissibile prim’ancora che infondato: non foss’altro che perché pretende dai pm un atto (la distruzione di intercettazioni) che spetta solo al giudice. Ma Gustavo Zagrebelsky, che presiedeva la Corte quand’era ancora un organo di garanzia, aveva scritto su Repubblica che questo non è “un normale giudizio” perché “una parte (Napolitano, ndr) getta tutto il suo peso, istituzionale e personale, che è tanto, sull’altra, l’autorità giudiziaria, il cui peso, al confronto, è poco. Quali che siano gli argomenti giuridici, realisticamente l’esito è scontato. Presidente e Corte… sono ‘ custodi della Costituzione’”.

Intervista di Stefano Caselli ad Antonio Di Pietro:

“Consigli a Grillo? Non è uno che li accetta in genere… L’errore è che personalizzare: Grillo oggi, come Di Pietro ieri. Chi vota l’uno o l’altro sta votando non la persona ma un’idea di politica diversa, personalizzare e ghettizzare il voto su Grillo o Di Pietro serve solo all’informazione malata. E il dibattito sulla democrazia interna al Movimento? Anch’io quando ho fondato l’Idv ero da solo. Prova a seminare un campo di grano, all’inizio è un chicco di grano, poi da chicco nasce chicco. Ora anche il M 5 S si sta strutturando e radicando sul territorio. Un processo del genere va aiutato, non criminalizzato una cosa del genere. Se tanta gente vota Movimento 5 Stelle, bisogna chiedersi il perché. Al di là della stima personale che ho per Beppe e Casaleggio, sto cercando di trovare una via per costruire un’alternativa, una massa critica alternativa. E non parlo solo di Grillo, anche la raccolta di firme per il referendum contro la riforma Fornero del lavoro va nella stessa direzione, una proposta di programma politico ma anche un messaggio ai partiti che a parole dicono sempre di voler stare dalla parte dei più deboli. Con chi vuoi stare, con D’Alema che vuole Casini al governo e dunque rafforzerà la riforma Fornero o con noi?”

La Stampa 14-9-12

La Stampa: “Assedio alle ambasciata”. Dove nasce l’ostilità anti-americana. Editoriale di Vittorio Emanuele Parisi:

“Paradossalmente, l’assalto al Consolato americano di Bengasi è il fatto politicamente meno negativo per gli Stati Uniti, anche se ovviamente il più tragico e il più pericoloso per la campagna elettorale del presidente, tra tutte le manifestazioni di ostilità antiamericana che in queste ore stanno attraversando il Medio Oriente. Proprio la sua natura apertamente terroristica lo isola infatti dai moti che attraversano la società libica, ne fa, per più di un aspetto, un’azione «anacronistica» rispetto al tempo che le società arabe stanno vivendo”. 

Individuato il regista misterioso, un ricercato. Articolo di Francesca Paci:

“Che fine ha fatto l’incendiario quanto misterioso Sam Bacile? Mentre il fantasma di «Innocence of Muslims» si aggira per il Medio Oriente, mettendo a dura prova la dialogante politica estera di Obama, si dirada la nebbia intorno al famigerato film, il cui trailer su YouTube è stato nel frattempo oscurato in alcuni Paesi arabi. Sebbene ieri i manifestanti in piazza a Teheran ripetessero «regista sionista va all’inferno», il deus ex machina dell’operazione non sarebbe affatto il 56enne imprenditore israeliano cercato invano mercoledì dai giornalisti di mezzo mondo. Dietro lo pseudonimo di Sam Bacile (che anche il pastore protestante Jones ammette di conoscere solo telefonicamente) si celerebbe un certo Nakoula Basseley Nakoula, 55 anni, copto, ricercatissimo per frode fiscale e con un passato da manipolatore d’identità (tra i suoi nomi noti alla Corte Federale Ahmad Hamdy, Kritbag Difrat e PJ Tobacco)”. 

Il Messaggero: “Monti: meno lavoro con lo statuto”.  L’Europa che vince sempre alle urne. Editoriale di Giovanni Sabbatucci:

Per approfondire: Scontro Monti-Camusso. “Con lo Statuto dei Lavoratori meno posti”, “Niente idee”

“Gli europeisti e i democratici del vecchio continente dovranno ringraziare a lungo gli elettori olandesi che, smentendo le previsioni allarmiste di qualche settimana fa, hanno largamente premiato un «normale» partito liberal-moderato e un altrettanto ortodosso partito laburista, ridimensionando in modo drastico la forza della destra populista e della sinistra radicale, e scongiurando lo scenario di un Parlamento ingovernabile, dominato da pulsioni antieuropee. Ma un pensiero grato va anche rivolto agli elettori greci che, nemmeno tre mesi fa, sia pur al secondo tentativo e verosimilmente con scarso entusiasmo, hanno consentito la formazione nel loro Paese di una maggioranza «costituzionale», disposta, almeno sulla carta, a mantenere i duri impegni assunti con l’Unione Europea”.