Roma caput tasse. Daniela Morgante: “Volevo tagliare sprechi, messa alla porta”

Roma caput tasse. Daniela Morgante: "Volevo tagliare sprechi, messa alla porta"
Daniela Morgante (LaPresse)

ROMA – Daniela Morgante, messa fuori dalla Giunta di Ignazio Marino che guida il Comune di Roma perché voleva ridurre le tasse e gli sprechi della politica, ha spiegato al Messaggero le sue dimissioni.

Intervistata da Mauro Evangelisti, ha detto:

«Si poteva e si doveva fare un’operazione di taglio della spesa. In una fase di riduzione delle entrate, non ci sono altre strade». Daniela Morgante se ne va: da ieri non è più assessore al Bilancio («potrò dedicare più tempo alla famiglia, ai miei due figli di undici e quattordici anni»). Lei assicura «sono tranquilla», ma questi dieci mesi vissuti in prima linea vanno raccontati, anche ricordando la frase pronunciata, giorni fa, lontano dai microfoni: io metterò la firma solo su un bilancio con poste credibili e i tagli necessari.

Piccola parentesi: circola voce che il governo Renzi potrebbe affidarle un incarico di prestigio.

«Non mi risulta, per me sarebbe una sfida e un onore grandissimo».

Torniamo in Campidoglio. Quando avete firmato la separazione consensuale?

«Tra martedì e ieri. Martedì ho avuto colloquio con il sindaco, abbiamo capito che non c’erano più le condizioni per proseguire. La mia stima per Marino è immutata, lo ringrazio per l’esperienza che mi ha concesso di fare come assessore al Bilancio. Un’esperienza bellissima. Faticosa, ma bellissima».

Le ragioni della rottura?

«La bozza del bilancio era pronta da tre settimane. Ed è rimasta lì. Se certe scelte non vengono condivise, uno capisce che non si può andare avanti. Che non c’è fiducia».

Dispiaciuta per questo epilogo?

«Non sono una che se la prende, sono serena. Mi dispiace che non ci sia stata condivisione di una visione per altro non solo contabile, ma anche politica».

Ma era possibile tagliare le spese e le tasse, sulla scia di quanto sta facendo Renzi al governo?

«Possibile e doveroso. Una strada obbligata. Diciamo che non sono stata seguita in questa direzione».

Il resto della giunta non l’ha assecondata?

«Ma no, alla fine la giunta si era convinta. Forse il sindaco ha frenato. Però, ripeto, lo dico con grande stima nei confronti di Marino, con il quale c’è sempre stato un rapporto molto corretto. Io con lui in questi splendidi dieci mesi non ho mai avuto problemi. Però non ci sono dubbi: stanno diminuendo le entrate, la riduzione della spesa è inevitabile. E sarebbe stato un risultato straordinario alleggerire la pressione fiscale».

C’è stata qualche lacrima nel colloquio d’addio con Marino o è prevalsa la freddezza dei rispettivi caratteri?

«Un addio sereno. Io poi sul lavoro sono molto rigorosa. Ci siamo salutati senza rancore».

 

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